Durante i lavori per rinnovare la facciata di un edificio a Beirut, Toni, un cristiano libanese, e Yasser, un rifugiato palestinese, si scontrano per un impianto idraulico. La lite è piuttosto violenta a livello verbale tanto che Yasser finisce per insultare Toni. Quest'ultimo, ferito nella sua dignità, decide di sporgere denuncia e i due vengono improvvisamente catapultati in un vortice infernale con un lungo processo che attira l'attenzione mediatica nazionale, per le ataviche questioni tra palestinesi e cristiani libanesi. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell'occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.
SCHEDA FILM
Regia: Ziad Doueiri
Attori: Adel Karam - Toni, Rita Hayek - Shirine, Kamel El Basha - Yasser, Christine Choueiri - Manal, Camille Salameh - Wajdi Wehbe, Diamand Bou Abboud - Nadine, Elie Njem, Tatal El Jurdi, Georges Daou
Sceneggiatura: Ziad Doueiri, Jöelle Touma
Fotografia: Tommaso Fiorilli
Musiche: Éric Neveux
Montaggio: Dominique Marcombe
Scenografia: Johan Knudsen
Costumi: Lara Khamiss
Altri titoli:
The Insult
Durata: 113
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: (1:2.39)
Produzione: ANTOUN SEHNAOUI, JEAN BRÉHAT, RACHIB BOUCHAREB, JULIE GAYET, NADIA TURINCEV PER EZEKIEL FILMS, ROUGE INTERNATIONAL, TESSALIT PRODUCTIONS, IN COPRODUZIONE CON COHEN MEDIA GROUP, SCOPE PICTURES, DOURI FILMS
Distribuzione: LUKY RED IN ASSOCIAZIONE CON 3 MARYS ENTERTAINMENT
Data uscita: 2017-12-06
TRAILER
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CINEMAS DU MONDE - CENTRE NATIONAL DU CINEMA ET DE L'IMAGE ANIMEE MINISTERE DES AFFAIRES ETRANGERES ET DU DEVELOPPEMENT INTERNATIONAL - INSTITUT FRANÇAIS.
- COPPA VOLPI PER IL MIGLIOR ATTORE A KAMEL EL BASHA ALLA 74. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2017).
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2018 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2018 COME MIGLIOR FILM DELL'UNIONE EUROPEA.
CRITICA
"Nel film libanese tutto sembra nascere dal carattere fumantino dei due contendenti, affidati agli eccellenti Adel Karam e Kamel El Basha (...) le ragioni dell'uno o dell'altro diventano la miccia che accende la contrapposizione mai sopita tra cristiano-libanesi (assimilabili per certi versi ai nostri leghisti) e profughi palestinesi, forti della solidarietà militante che li accompagna. E che il film svela poco a poco, un interrogatorio dopo l'altro, mentre ci si srotola davanti la storia degli ultimi cinquant'anni di storia libanese, fatta di sangue e di odi incrociati." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 1 settembre 2017)