Linha de Passe

BRASILE 2008
San Paolo del Brasile. Venti milioni di abitanti e duecento chilometri di traffico caotico. Al centro di questa città sempre in movimento, quattro fratelli cercano la loro strada, ognuno alla sua maniera. Reginaldo, il più giovane, è alla ostinata ricerca di suo padre. Dario sogna di fare il calciatore ma l'età, 18 anni, incombe. Dinho si è rifugiato nella religione mentre il fratello più grande, Dênis, che ha già un figlio, guadagna a stento il necessario. La loro madre, Cleusa, una donna delle pulizie che ha tirato sù da sola i quattro figli avuti da padri diversi, è di nuovo incinta. Come il Brasile, che è in crisi economica e identitaria, ognuno è alla ricerca di una via di uscita.
SCHEDA FILM

Regia: Walter Salles, Daniela Thomas

Attori: Sandra Corveloni - Cleuza, João Baldasserini - Dênis, José Geraldo Rodrigues - Dinho, Kaique de Jesus Santos - Reginaldo, Vinicíus de Oliveira - Dario

Sceneggiatura: George Moura, Daniela Thomas, Bráulio Mantovani - collaborazione

Fotografia: Mauro Pinheiro Jr.

Musiche: Gustavo Santaolalla

Montaggio: Gustavo Giani, Livía Serpa

Scenografia: Valdy Lopez

Costumi: Cássio Brasil

Durata: 108

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: VIDEOFILMES PRODUÇOES ARTISTICAS LTDA., DOUBLE HELIX ENTERTAINMENT, MEDIA RIGHTS CAPITAL, PATHÉ PICTURES INTERNATIONAL

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

NOTE
- PREMIO COME MIGLIOR INTERPRETE FEMMINILE A SANDRA CORVELONI AL 61. FESTIVAL DI CANNES (2008).
CRITICA
"La famiglia e le sue dinamiche sono al centro del film turco 'Uç maymun' ('Le tre scimmie', di Nuri Bilge Ceylan) e di quello brasiliano ('Linha de passe', 'Linea di passaggio', di Walter Salles e Daniela Thomas). Due gruppi familiari uniti dalla povertà e dalla difficoltà di comunicare. Nel primo, come dice il titolo, padre madre e figlio si comportano come le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano, passando sopra a umiliazioni, tradimenti e delitti in nome di un po' di soldi e del sogno di una vita migliore. (...) Identica la sfiducia nel futuro e la rassegnazione di fronte alle miserie materiali e umane, simile l'occhio naturalistico che insegue uno spaccato di vita cercando di tenersi lontano dal patetismo o dal facile miserabilismo. Ma anche uguale il senso di insoddisfazione per due opere che sembrano non avere il coraggio di scelte coerentemente radicali: Ceylan fermandosi a una messa in scena che sa di «maniera», elegante ma in qualche modo scontata (e non riscattata dal gusto del dettaglio e dal calore del suo capolavoro, 'Uzak'); Salles e Thomas restando prigionieri di una visione prevedibile, ed edulcorata, della condanna alla povertà a cui non possono sfuggire i suoi personaggi." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 18 maggio 2008)

"In 'Linha de passe' il giovane, bello e democratico Walter Salles - noto per 'Central do Brasil', Orso d'oro a Berlino '98 e associato per l'occasione alla collaboratrice Daniela Thomas - racconta lo sforzo di sopravvivere di una classica famiglia disastrata del suo grande e tormentato paese. (...) Neorealismo stretto e anche un po' piatto, quello di questo 'Rocco e i suoi fratelli' del terzomondo: stile spoglio, attori credibili, formicai umani allucinanti, molta sociologia apocalittica e qualche barlume di speranza posticcio, messo cioè in relazione con i cambiamenti politici degli ultimi 8 anni (Salles sostiene il presidente Lula)." (Valerio Caprara,
'Il Mattino', 18 maggio 2008)

"Magari il brasiliano Walter Salles non cancella del tutto la vaga impressione di artificiosità che emana da 'Linha de passe', storia corale e spesso toccante di quattro fratelli nati da quattro padri diversi (tutti assenti) in una favela di San Paolo fra calcio, rapine, sette religiose, bravate, con personaggi veri mescolati ai giovani attori." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 maggio 2008)

"Girato quasi esclusivamente con attori alla prima esperienza e con una troupe di giovanissimi, 'Linha de Passe' qui a Cannes ha raccolto il favore quasi commosso degli osservatori brasiliani, che riconoscono a Salles la capacità di tornare a raccontare il paese oltre gli estremismi di cronaca che ultimamente hanno prevalso nella cinematografia nazionale. Per noi osservatori esterni il film risulta una buona testimonianza, frammentata però in cinque bei ritratti a forte connotazione documentarista, poco capaci di amalgamarsi in racconto unitario. Resta il fatto che il Brasile sta bussando forte alle porte del cinema e in molti sono pronti a spalancargli i battenti. Per prima Roma che, alla prossima Festa del cinema, dedicherà il suo focus principale proprio al paese di Lula." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 18 maggio 2008)

"È ancora un altro film sulla famiglia, questo di Walter Salles e Daniela Thomas. 'Linha de passe' è il suo titolo, ovvero il confine che separa le scelte, e dopo il turco 'Les trois singes' e il francese 'Un conte de Nöel' aggiunge un'ulteriore tessera al complesso mosaico che riguarda questa istituzione. E tuttavia, pur non negandolo, Salles lo ritiene soprattutto un film sull'assenza del padre. (...) Costruito su elementi di fantasia e fatti realmente accaduti, 'Linha de passe' illumina anche il panorama di una megalopoli come San Paolo, con i suoi 20 milioni di abitanti, i suoi 200 chilometri di code automobilistiche, l'esercito di 300mila pony motorizzati che giornalmente la percorrono. Pur girato con attori non professionisti quest'ultimi sono stati sottoposti a un lungo lavoro di approfondimento per permettergli di familiarizzare con il ruolo. L'insieme è interessante, anche se un po' monotono." (Stelio Solinas, 'Il Giornale', 18 maggio 2008)