Storia dell'equipaggio di una stazione spaziale internazionale in procinto di fare una delle scoperte più importanti della storia: raccogliere la prima prova di vita su Marte. Quando l'equipaggio inizia a svolgere le ricerche sul campione, però, capisce di trovarsi di fronte a una forma di vita più intelligente del previsto e in rapida evoluzione che, a causa dell'estinzione della vita su Marte, sta minacciando la squadra e la vita stessa sulla Terra.
SCHEDA FILM
Regia: Daniel Espinosa
Attori: Jake Gyllenhaal - Dott. David Jordan, Rebecca Ferguson - Dott.ssa Miranda North, Ryan Reynolds - Roy Adams, Hiroyuki Sanada - Sho Murakami, Ariyon Bakare - Hugh Derry, Olga Dihovichnaya - Katerina Golovkina
Sceneggiatura: Paul Wernick, Rhett Reese
Fotografia: Seamus McGarvey
Musiche: Jon Ekstrand
Montaggio: Frances Parker, Mary Jo Markey
Scenografia: Nigel Phelps
Arredamento: Celia Bobak
Costumi: Jenny Beavan
Effetti: David Watkins, John Moffatt, Double Negative, Industrial Light & Magic (ILM)
Durata: 103
Colore: C
Genere: THRILLER FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: D-CINEMA (1:2.35)
Produzione: SKYDANCE PRODUCTIONS
Distribuzione: WARNER BROS. ENTERTAINMENT ITALIA
Data uscita: 2017-03-23
TRAILER
CRITICA
"(...) tutto prenotato dopo 5', ma nella prima parte il mix di fantascienza e horror provoca qualche effetto di tensione che poi si perde." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 marzo 2017)
"I primi film di fantascienza viaggiavano in due direzioni opposte: o si andava in astronave alla scoperta di altri mondi oppure si subiva, qui sulla Terra, l'invasione degli alieni. Nel 1979 arrivò Ridley Scott, che rimescolò le carte e spostò il meeting tra abitanti di pianeti diversi - come dire? - a metà strada, facendoli incontrare nello spazio profondo. Ecco: 'Life - Non oltrepassare il limite' è un po' una parafrasi del celeberrimo 'Alien' proseguita con altri mezzi; l'impianto narrativo, però, ne rappresenta quasi la fotocopia. L'interesse drammatico della faccenda consiste - qui come là - nell'inseguimento attraverso gli spazi concentrazionari della stazione spaziale (...) Il monster-movie spaziale diretto dal regista svedese di origine cilena Daniel Espinosa differisce dal prototipo di Scott (oltreché nel finale, che ovviamente non si racconta) soprattutto per la natura del mostro. Mentre Alien era una pura entità malvagia, questo distrugge per istinto di sopravvivenza, utilizzando gli organismi umani come nutrimento. E veniamo all'equipaggio, i cui sei componenti sembrano selezionati in base all'avvenenza fisica (...). Comandante russa e membri in rappresentanza di varie nazioni, la crew è ben assortita; anche se i caratteri non si possono dire originalissimi. Con l'eccezione di uno: il medico militare David Jordan interpretato da Gyllenhaal, il quale sembra quasi alludere al personaggio che interpretò in un altro film, 'Jarhead'." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 23 marzo 2017)
"La prima fantascienza trumpiana. Improbabile che un film uscito solo quattro mesi e mezzo dopo le elezioni presidenziali americane possa scientemente fregiarsi dell'attributo, ma tant'è: 'Life - Non oltrepassare il limite' è intimamente, ineludibilmente e ineluttabilmente trumpiano. Non avevamo ancora finito di plaudire al ritorno alla sciencefiction umanista con 'Arrival' di Denis Villeneuve (...) che questo diretto da Daniel Espinosa ('Safe House') ribalta i valori in campo, accogliendo le indicazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca. 'Arrival' sanzionava il 'prima gli umani'? 'Life' celebra nei fatti la paura del diverso; 'Arrival' affidava alla linguista Amy Adams il compito di comunicare, e dialogare, con gli alieni? 'Life' affida a un'altra donna, la bellissima Rebecca Ferguson, la missione di separare noi e loro; 'Arrival' costruiva, faticosamente, un'alleanza mondiale nel segno dell'accoglienza? 'Life' fa deflagrare la stazione spaziale internazionale, e i cocci sono nostri. Più sottilmente, a renderlo trumpiano è il rifiuto di qualsiasi crisma autoriale in favore di una piena, incondizionata, perfino bovina aderenza al genere: se 'sci-fi' è la cornice, il ritratto è thriller horror, privilegia l'azione sulla psicologia, la sorpresa sull'azione. (...) Sebbene gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick abbiano fatto di meglio altrove ('Deadpool', 'Zombieland'), va loro dato atto di fregarsene del lustro degli interpreti: solitamente, i personaggi degli attori più famosi e pagati sono gli ultimi a morire, invece qui... Nel cast, oltre alla Ferguson, spiccano Jake Gyllenhaal e Ryan Reynolds: hanno ruoli con aggetto psicologico nullo e, almeno in un caso, poche pose, perché avranno accettato? Reynolds aveva già lavorato in Safe House, Gyllenhaal non è nuovo a scelte discutibili, soprattutto, entrambi avranno ceduto al rientro in grande spolvero della fantascienza a Hollywood. E' partito tutto da 'Gravity' (...) a cui 'Life' paga pegno senza ritegno: a tratti, sembra il prodotto della seconda unità del primo. Con minor gusto, si copia il recente e deprecabile 'Passengers', e a corroborare il coté derivativo sono anche (...) 'Alien' e 'La Cosa'. Nelle intenzioni di Espinosa ci sarebbero pure 'Solaris' di Tarkovsky e '2001' di Kubrick, ma il regista sbaglia, e di grosso: 'Life' va inteso e spacciato per quel che è, ossia genere senza impegno, divertimento senza velleità, trumpismo a prescindere." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 23 marzo 2017)
"Alien dopo 'Alien', ma non è cibo rimasticato. (...) dal thriller fantascientifico si passa alle regole dell'horror claustrofobico sfruttando (bene) il budello dell'astronave e l'infinito stellare. Aggiornata al recente iperrealismo fisico della navigazione spaziale (prova d'abilità il lungo piano sequenza 'action' iniziale), l'avventura richiama questioni etiche risapute, ma valide, dell'esplorazione scientifica: le conseguenze dell'amore per la conoscenza. Invadente, il wagnerismo della colonna musicale non dà tregua. Cast adeguato e finale a colpo di scena telefonato." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 23 marzo 2017)
"(...) un thriller fantascientifico quasi sublime (...). Il film di Espinosa (...) fonde la tradizione dell'orrore dallo spazio profondo di 'Alien' di Ridley Scott (...) con la compostezza scientifica e intensità narrativa di 'Gravity' di Alfonso Cuarón (...), affidando a un cast multietnico la responsabilità di rappresentare un'umanità cosi ottimista circa 'l'altro' da rasentare l'ingenuità (...). Ottimo il cast variegato. (...) irresistibile Ryan Reynolds, in forma smagliante come ai tempi del supereroe nichilista Deadpool (...). Si potrebbe ipotizzare anche un sequel grazie a un finale di rara, e sorprendente, ferocia." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 23 marzo 2017)
"'Life' si ispira con grande rispetto a 'Alien', senza scimmiottarlo, costruendosi una solida credibilità. Nulla è scontato nel film e i colpi di scena non pregiudicano mai il delicato equilibrio tra horror, fantascienza e thriller, che è poi grande punto di forza di una pellicola che ti conquista inesorabilmente. Ottimo il cast." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 23 marzo 2017)