Lora May, Rita e Deborah sono tre amiche che si stanno imbarcando su un battello per fare una gita. Prima di salire a bordo, però, le tre donne vengono raggiunte da un fattorino che consegna loro una lettera, indirizzata a tutte e tre: è di Addie Ross, una loro amica, che annuncia di essere in partenza in compagnia del marito di una di loro, senza dire quale. Ognuna delle tre donne passa la giornata rievocando il proprio passato, ripensando agli alti e bassi del suo matrimonio e chiedendosi se è suo il marito partito con Addie.
SCHEDA FILM
Regia: Joseph L. Mankiewicz
Attori: Jeanne Crain - Deborah Bishop, Linda Darnell - Lora May Hollingsway, Ann Sothern - Rita Phipps, Kirk Douglas - George Phipps, Paul Douglas - Porter Hollingsway, Barbara Lawrence - Georgiana 'Babe' Finney, Jeffrey Lynn - Bradford 'Brad' Bishop, Connie Gilchrist - Sig.ra Ruby Finney, Florence Bates - Sig.ra Manleigh, Hobart Cavanaugh - Sig. Manleigh, Celeste Holm - Addie Ross (narratrice, non accreditata, Thelma Ritter - Sadie Dugan (non accreditata, Mae Marsh - Miss Jenkins (non accreditata
Soggetto: John Klempner - romanzo
Sceneggiatura: Joseph L. Mankiewicz, Vera Caspary
Fotografia: Arthur C. Miller
Musiche: Alfred Newman
Montaggio: J. Watson Webb Jr.
Scenografia: J. Russell Spencer, Lyle R. Wheeler
Arredamento: Thomas Little, Walter M. Scott
Costumi: Kay Nelson
Durata: 103
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Tratto da: romanzo "A Letter to Three Wives" di John Klempner
Produzione: SOL. C. SIEGEL PER TWENTIETH CENTURY-FOX
Distribuzione: ENIC (1949) - LAB 80 FILM (2017) - AVO FILM, SAN PAOLO AUDIOVISIVI
Data uscita: 2017-02-13
TRAILER
NOTE
- OSCAR 1950 PER: MIGLIOR REGIA E SCENEGGIATURA NON ORIGINALE. ERA CANDIDATO ANCHE COME MIGLIOR FILM.
- NEL 2017 VIENE RIPORTATO IN SALA IN VERSIONE RESTAURATA DIGITALE PER IL PROGETTO DI DISTRIBUZIONE CLASSICI: "HAPPY RETURNS!" IL GRANDE CINEMA LAB 80 FILM.
CRITICA
"Lo spunto, dal quale prende la mossa la vicenda, è originale; il film è ben condotto e ben interpretato, specialmente dalla Darnell" ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 27, 1950)
"Nella stanchezza di un cinema americano (o forse occidentale) ripetitivo, in cui anche i moduli stilistici si sono fatti generi (il cupo film polacco, la commedia realista francese) il lento confluire sul mercato di restauri digitali o meno di film significativi del passato porta una boccata d'aria fresca, ricordandoci un tempo in cui dal monolitico Studio System hollywoodiano uscivano film innovativi, racconti moderni della complessità e non solo idiozie spettacolari, adatte a cervelli impuberi. Che non si tratti solo di una nostalgia passatista lo dimostra questo 'Lettera a tre mogli' di Joseph L. Mankiewicz del 1949 (...) giallo sentimentale ad alta intensità melodrammatica (...). La «famiglia americana» esce piuttosto malridotta da questo spaccato impietoso, ma anche i mass media subiscono una critica spietata, il tutto proposto in un meccanismo narrativo ben congegnato, e interpretato con misura melodrammatica perfetta - e d'altro canto Mankiewicz era un grande regista di attori, e soprattutto di attrici. Qui poi era al top della sua creatività di regista/sceneggiatore e non a caso vince l'Oscar per entrambi (...). (Giuliana Musgo, 'Il Manifesto', 9 febbraio 2013)
"Anno 1949, titolo originale 'A Letter to Three Wives', la commedia degli equivoci di Joseph L. Mankiewicz torna in sala (...) in versione restaurata digitale (...). Scrittura raffinatissima e flashback chirurgici, dialoghi sottili e voce over fascinosa (altro che 'Desperate Housewives'), osservazione sociologica e ironia invasiva, 'Lettera a tre mogli' indaga perbenismo e ipocrisia borghese con sapida cattiveria e humour graffiante. Evergreen di classe." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 9 febbraio 2017)