In Francia, nel bel villaggio della Charente, Marie, una ventenne dalla vita assai disinvolta e libera, trova un cadavere vicino a uno scoglio. E' quello di un dentista, uomo dalle molte amanti e qualcuno sospetta subito della vedova Cora. Arriva in loco Paul, un maturo ispettore di polizia, che quindici anni prima aveva avuto una relazione con la madre di Marie, che ora gestisce una agenzia immobiliare. E' accompagnato da un vice-ispettore più giovane, meno esperto, ma tenacissimo, Lelover. I cadaveri ritrovati sul bagnasciuga diventano due, poi tre e infine quattro: tutti uomini, uccisi con una pistola e quindi gettati in mare. I due inquirenti sembrano impotenti a coordinare i rari pezzi del mosaico; degne di attenzione e di sospetto sono varie donne, tra le quali una dottoressa, che con il dentista aveva questioni di danaro e, soprattutto, tre ambigue e misteriose ragazze canadesi (di cui due sono sorelle), arrivate per le vacanze. I rapporti tra Paul ed il suo vice, spesso umiliato dal suo superiore, autoritario ed ironico, diventano però tesi, quando il secondo sequestra nella agenzia immobiliare un dossier riservato, dove ha scoperto documenti compromettenti, soprattutto per Paul che a suo tempo aveva messo a tacere l'inchiesta condotta a seguito della morte di una ragazza e della scomparsa del fratello di questa, solo per favorire la madre di Marie. Paul è sicuro di avere scoperto il colpevole in una delle canadesi (con la quale nel frattempo il vice-ispettore ha avuto un rapporto d'amore), una poveretta violentata appena dodicenne dal cognato e da allora psicopatica e assassina di uomini. Ed è proprio in casa di lei e delle sue amiche (le quali da sempre l'hanno protetta) che il vice-ispettore troverà la morte: un evento positivo per Paul che di proposito l'ha mandato là, affinché un dossier, che per lui e la sua carriera sarebbe fatale, resti ignorato per sempre. Sempre più prudente, tuttavia, decide di eliminare anche le due canadesi residue, testimoni troppo scomode in ogni caso: con un avveduto gioco di blocchi stradali, ordinati da Paul alla Polizia, esse percorreranno forzatamente una strada campestre lungo la costa e finiranno con la loro macchina in mare.
SCHEDA FILM
Regia: Pierre Granier-Deferre
Attori: Philippe Noiret - Paul Molinat, Guy Marchand - Leroyer, Elisabeth Bourgine - Elisabeth, Anne Roussel - Marie, Gabrielle Lazure - Jeanne, Marie Trintignant - Isabelle, Andréa Ferréol - Cora, Philippe Polet - Bud, Marcel Bozonnet - Lymann, Catherine Hiegel - Dottoressa Chauveau, Suzanne Flon - Hazelle, Laura Betti - Kely, Stefania Sandrelli - Winny, Isabelle Mantero - Laura, Raoul Billerey - Il Sindaco, François Dyrek - Bernard
Soggetto: Andrew Coburn
Sceneggiatura: Pierre Granier-Deferre, Dominique Roulet
Fotografia: Charles Van Damme
Musiche: Philippe Sarde
Montaggio: Jean Ravel
Scenografia: Dominique André
Costumi: Olga Berluti
Altri titoli:
WIDOW'S WALK
Durata: 102
Colore: C
Genere: POLIZIESCO
Specifiche tecniche: SCOPE - EASTMANCOLOR
Tratto da: DAL ROMANZO "WIDOWS WALK" DI ANDREW COBURN
Produzione: PARADIS FILMS, FR3 FILMS PRODUCTIONS, COMPAGNIE GENERALE D'IMAGES, LP FILMS S.R.L.
Distribuzione: D.M.V. (1987) - AVO FILM
NOTE
- ADATTAMENTI E DIALOGHI: DOMINIQUE ROULET.
CRITICA
"Un thriller impeccabile, firmato da quel Pierre Granier-Deferre che appartiene alla generazione di mezzo del cinema francese ed è, ormai, un capostipite del film noir. L'ispettore Molinari torna, dopo quindici anni nella ridente cittadina balneare dove ha lasciato qualche ricordo sentimentale. Ma non è in vacanza, tutt'altro deve indagare sulla misteriosa apparizione, dal mare, di ben tre cadaveri uno al giorno. Ce n'è anzi un quarto. La cittadina è invasa dai giornalisti, il sindaco è furibondo, perché quei fattacci possono compromettere la reputazione della già tranquilla località e mandare in fumo una campagna turistica che si annunciava lucrosa. Non diciamo di più, per non togliere allo spettatore il gusto della sorpresa. L'estate impura è un film ben condotto, recitato con il consueto professionismo dall'eccellente Philippe Noiret. Stefania Sandrelli, Andrea Ferreol, Guy Marchand, Elizabeth Borgne integrano gli altri ruoli. Da ricordare, in due parti brevi assolte con notevole dignità teatrale, Suzanne Flon e Laura Betti." (Antonella Ely, 'Il Giornale di Sicilia', 10 maggio 1988)
"Quasi un Claude Chabrol. Però sfocato, indolente, caustico. Un giallo noir pennellato dalle tonalità di una commedia umana sui delitti e sulle pene (d'amore, ma rettificate nel morboso), Ne 'L'estate impura' difettano gli innocenti (per via di colpe che, nel bene e nel male, spettano a tutti, almeno secondo l'opinione del regista Pierre Granier-Deferre), abbondano i colpevoli (reali, presunti, sottintesi). (...) 'L'estate impura' è immerso nel tiepido calore di un climax che si vorrebbe arroventato da tensione erotica, da misfatti occultati, dell'elaborazione di sensi di colpa di implicite espiazioni comuni a tutti i personaggi, né buoni né cattivi. Ma il gioco di squadra delle partecipazioni speciali (oltre alla Sandrelli e alla Betti, Andrea Férréol Marie Trintignant, Anne Roussel) frammenta e squilibra le potenzialità qui distanti, farraginose e dissuase dei due attori-Pivot, Philippe Noiret e Guy Marchand." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 29 maggio 1988)
"Nel caso de 'L'estate impura', c'è dietro un romanzo americano, che Pierre Granier-Deferre tratta però alla francese, cioè dando spazio alla cornice (una località di mare all'inizio della stagione delle vacanze), al coro (soprattutto donne, di tutte le età), alla rivalità tra i due investigatori (il simpatico Noiret con gli errori del passato e la mielata perfidia del presente, l'antipatico Marchand infido e arrogante), più che non alla successione di quattro omicidi, al ritmo di uno al giorno, di cui sono vittime altrettanti uomini. Purtroppo, però, la francesità de 'L'estate impura' (ma quanto era più intelligente e più mordace il titolo originale, 'Noyade interdite', 'Divieto di annegamento') è quasi tutta di forma e pochissimo di sostanza, nel senso che se lo schema è quello della grande tradizione di cui si diceva, il succo è piuttosto povero, spremuto da personaggi quasi tutti unidimensionali fino all'inconsistenza e il gioco stesso di girare intorno al nucleo della vicenda, i delitti, in quella che vorrebbe essere una avvincente spirale centripeta è condotto con scarso mordente e con scialbo coinvolgimento." ('Bergamo Oggi', 31 luglio 1988)