Elegantemente abbigliata nella bianca veste nuziale, Serena è in lacrime poiché il futuro marito si è dileguato. Lei, comunque, vuole fare il viaggio di nozze programmato in vari Stati dell'Est europeo. Per calmarla, il padre - ricco borghese lombardo - le dà un'automobile e consegna figlia e vettura ad un certo Angelo, autista a noleggio, per un mese. Costui è un tipo semplice, ma amabile, di scarsa cultura (e di questo soffre, essendo egli solo un ragioniere, mentre la passeggera sa molte cose ed è assai boriosa). Egli vive con l'amico Jimbo, che dovrà lasciare solo, nella previsione di un Ferragosto in famiglia sulle coste laziali. I due in viaggio arrivano dapprima a Berlino (visitano anche Auschwitz). Indi c'è Bratislava e poi Praga. Intanto si accoda Jimbo, stanco di solitudine, mentre i rapporti fra padrona ed autista si scongelano, poiché la semplicità e la simpatia di Angelo sono disarmanti. Ora è la volta della Polonia: anche qui grandi chiese, edifici moderni, grande pulizia per le strade e modesto decoro. A questo punto, però, Serena confessa un suo segreto, che l'altro non deve svelare: lei ed Angelo sono controllati e forse pedinati da una "Organizzazione" (sottacendone nomi e scopi). Angelo deve sapere che esistono Servizi, i quali di lui sanno tutto. I due hanno poi giorni di pura vacanza, da passare in Bulgaria (Serena avrà un misterioso appuntamento con un vecchio in un parco pubblico). Per puro caso, Angelo vede nella camera d'albergo il beauty-case della donna. Dentro c'è la breve, ultima lettera dello sposo fuggito e, dal tenore del foglio, l'autista si rende conto che nell'Est egli ha portato in giro una terrorista, affascinata dalle idee del fidanzato. Anche lei ora ha conosciuto quel mitico Est. Angelo, offeso e deluso, decide di rientrare in Patria. Ma lei è all'aeroporto ad aspettarlo: è chiaro che la borghese e il ragioniere a Sofia hanno trovato e fatto l'amore. Purtroppo Angelo commette un errore: dichiara che, tenuto conto di tutto, in fondo in Italia si sta molto meglio. Adirata Serena fa fermare l'automobile, chiede un passaggio alla prima vettura che passa in senso opposto per andare ancora verso l'Est. Ma Angelo non ci sta, fa una conversione ad "U" intenzionato, sembra, a riprendersi quella altezzosa "prima della classe".
SCHEDA FILM
Regia: Giulio Base
Attori: Valentina Emeri - Serena, Giulio Base - Angelo, Gian Marco Tognazzi - Jimbo, Cristina Pastorelli - La Ragazza
Soggetto: Giulio Base
Sceneggiatura: Giulio Base
Fotografia: Dante Dalla Torre
Montaggio: Claudio Di Mauro
Durata: 88
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: CLAUDIO BONIVENTO PRODUCTIONS
Distribuzione: ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO
NOTE
FONICO DI PRESA DIRETTA: GLAUCO POLETTI
CRITICA
"'Lest' sta per l'Est, la parte d'Europa che ha subìto in questi anni i più radicali mutamenti politici e sociali. Giulio Base (32 anni, torinese, anche attore già autore nel 1991 di 'Crack') presentò nell'ambito della Mostra del cinema di Venezia nel 1993 questo film realizzato con pochi mezzi, girato in sedici millimetri: eppure sembra trascorso un tempo straordinariamente lungo tra l'interesse anche ideologico e democratico che tre anni fa si aveva verso il cambiamento nei Paesi dell'Europa orientale dopo la caduta dei governi comunisti, e l'attuale indifferenza sfiduciata verso il capitalismo selvaggio, la povertà, la criminalità e lo smarrimento lì dominanti." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 giugno 1996)
"Tra i film inediti, presentati nella rassegna, vorrei segnalare, senza escludere preventivamente gli altri, Era meglio morire da piccoli, opera prima della triestina Alessandra Scaramuzza, che vanta un interessante passato teatrale. Vi si narrano le tribolazioni di tre giovani in difetto di realizzazione, costretti a fare i becchini nei vari cimiteri di Trieste, attigui uno all'altro, secondo etnia e religione: una meditazione sulla morte, finché i tre non ridanno senso alla loro vita, sconfinando in una comunità di profughi accampati nell'ex ospedale psichiatrico, chiuso dai tempo in cui lo amministrava Bisaglia. Ingenuità e recitazione sopra le righe non mancano, eppure molte sequenze rivelano forti qualità visionarie e un senso del fantastico che mi ha ricordato La clessidra, il film che il polacco Wojciech Has trasse negli anni Settanta dai racconti di Bruno Schultz. C'è più Est (e Mitteleuropa) nel film della Scaramuzza che non in 'Lest' di Giulio Base." (Callisto Cosulich, 'Avvenimenti', 3 luglio 1996)