Poco dopo la rottura di una relazione amorosa, Vittoria si lega ad un giovane procuratore di borsa, Piero. Gli appuntamenti tra i due si succedono, fornendo alla ragazza fugaci evasioni dalla noia di una vita monotona. Allorché un ubriaco ruba l'auto di Piero e quindi muore accidentalmente, Vittoria ha modo di constatare il cinico comportamento del giovane procuratore, che si preoccupa soltanto della carrozzeria danneggiata. Dopo uno dei loro soliti incontri, Vittoria riceve da Piero l'invito per un ulteriore appuntamento, al quale nessuno dei due si recherà perché in essi, e soprattutto in Vittoria, si va affermando un'amara certezza: quella della invincibile solitudine degli uomini.
SCHEDA FILM
Regia: Michelangelo Antonioni
Attori: Monica Vitti - Vittoria, Alain Delon - Piero, Lilla Brignone - Madre di Vittoria, Francisco Rabal - Riccardo, Rossana Rory - Anita, Mirella Ricciardi - Marta, Louis Seigner - Ercoli, Cyrus Elias - L'ubriaco che annega
Soggetto: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra, Ottiero Ottieri - collaborazione, Elio Bartolini - collaborazione
Fotografia: Gianni Di Venanzo, Erico Menczer - assistente operatore, Pasqualino De Santis - operatore
Musiche: Giovanni Fusco
Montaggio: Eraldo Da Roma
Scenografia: Piero Poletto
Costumi: Bice Brichetto, Gitt Magrini - collaborazione
Aiuto regia: Franco Indovina, Gianni Arduini
Altri titoli:
L'éclipse
Eclipse
Durata: 125
Colore: B/N
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Produzione: INTEUROPA FILM, CINERIZ (ROMA), PARIS FILM PRODUCTION (PARIGI)
Distribuzione: CINERIZ - DURIUM HOME VIDEO
NOTE
- PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA AL XV FESTIVAL DI CANNES.
- PREMIO CHARLIE CHAPLIN. PREMIO DELL'ASSOCIAZIONE CRONISTI CINEMATOGRAFICI BRASILIANI.
CRITICA
"La lunga sequenza della separazione degli amanti all'alba (...) con cui si apre 'L'eclisse', terzo e 'definitivo' tempo della trilogia, viene un po' a costruire l'anticipazione del tema del film, che è quello del disamore di Vittoria per gli uomini e le cose. (...) Vittoria diventa pertanto la protagonista inquieta e instabile di una ricerca vana e nostalgica di una condizione di vita autentica che sembra finita da molto tempo". (Adelio Ferrero, 'Cinestudio', 5 novembre 1962)