La gallina Leafie, insofferente alla vita nell'allevamento di polli in cui è costretta, riesce finalmente ad uscire dalla gabbia e si avventura in un bosco. Assalita da una feroce donnola chiamata One Eye, la gallina viene salvata dall'intervento del coraggioso germano reale Wanderer, che però ben presto trova la morte come la sua compagna, un'anatra dalle piume bianche. Leafie arriva nel loro nido e all'interno vi scopre un uovo ancora caldo che decide di covare. Durante la notte, l'uovo si schiude e nasce il piccolo anatroccolo Greenie, che la gallina decide di accudire amorevolmente come se fosse suo figlio, nonostante rivalità, incomprensioni e differenze...
SCHEDA FILM
Regia: Oh Seongyun
Soggetto: Hwang Seonmi - racconto
Sceneggiatura: Kim Eunjeong
Fotografia: Lee Jonghyuk
Musiche: Lee Ji-soo
Montaggio: Kim Sangbum, Kim Gaebum
Altri titoli:
Leafie, a Hen Into the Wild
Durata: 92
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Tratto da: racconto di Hwang Seonmi
Produzione: MK PICTURES
Distribuzione: MEDITERRANEA PRODUCTIONS (2012)
Data uscita: 2012-04-20
TRAILER
CRITICA
"E' bene spiegarlo subito: in questo film animato rivolto a un pubblico di bambini, la storia d'amore di cui parla il sottotitolo è quella tra una mamma gallina e un germano reale, dunque un figlio adottivo. (...) Dai tempi di 'Bambi' siamo abituati alle grandi emozioni nei film a cartoni animati. Ma non c'è dubbio che ci sia qualcosa di assolutamente particolare in questa produzione sudcoreana che l'anno scorso ha riscosso un successo straordinario in patria, così come in Cina (dove ha battuto 'Kung-Fu Panda 2'). Forse perché la nostra cultura è particolarmente protettiva nei confronti delle emozioni dei ragazzi e non siamo abituati ad affrontare certi argomenti (come la malattia, il confronto con la diversità, la morte) se non in casi straordinari e con molto pudore. Invece qui lo sceneggiatore Kim Eunjung (che si è basato su un libro per ragazzi di Hwang Sunmi) e il regista (al suo esordio) Oh Seongyun hanno affrontato certi temi con quella schiettezza che, peraltro, i ragazzi amano moltissimo. Se la Corea del Sud sembra una piccola realtà nel panorama cinematografico, è qui che da una decina di anni si formano disegnatori, illustratori, animatori e registi straordinari (non a caso 'Leafie' ha vinto il premio di miglior film animato nell'Oscar asiatico, battendo agguerriti concorrenti). Così il film, che è intimamente coreano e non pensato per il mercato internazionale, si avvale di scenografie bellissime che sembrano colorate a matita, un uso del colore particolare con tonalità forti e luminose, tempi e soluzioni di regia molto particolari (la camera immaginaria sembra molto spesso in cerca della scena da riprendere). E poi una scena finale che davvero non può lasciare indifferenti." (Luca Raffaelli, 'La Repubblica', 20 aprile 2012)
"Racconto crudele del Far-east, 'Leafie- La storia di un amore', è un cartoon coreano arrivato sui nostri schermi sulla scia del grande successo conquistato nei paesi asiatici e soprattutto in Cina, anno 2011. Tratto dal best-seller di Hwang Sun-mi, il film (93'), annida nello splendore di paesaggi color pastello una perversione sconosciuta ai film d'animazione, non solo americani. Inconcepibile anche per Hayao Miyazaki con il suo Giappone epico intriso di poetiche occidentali, scintoismo e marxismo, (...) evidentemente, se il regista Oh Seongyun ha gettato il suo «brutto anatroccolo» in un'avventura di amore e morte che non è, come direbbe Benjamin, un «viaggio per conoscere la paura», ma un viaggio nel terrore senza ritorno. (...) L'idilliaca valle verdeggiante e fiorita, cosi come la fattoria, è abitata da creature disegnate con la stessa accetta usata dal fattore, personaggi sbilenchi, cubisti, dall'animazione elementare che si affiancano a creature rotondeggianti, disneyane. (...) Anche in 'Bambi' la mamma muore, abbattuta dai cacciatori, ma in fuori campo. Qui invece lo sguardo del regista coincide con l'unico occhio rimasto alla donnola, e non risparmia né lacrime né sangue. Metafora del potere a cartoni animati. 'Leafie', al di là della sua riuscita, mantiene alta la fama di un cinema «insostenibile». E questo film, a misura di bambino con i suoi buffi e rozzi pupazzetti, non ci risparmia la visione di una gallina antropomorfa che guarda in macchina, verso il pubblico, e incita all'aggressione mortale il nemico al quale ha voltato le spalle. Sadismi in salsa coreana." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 20 aprile 2012)
"Un cartoon politicamente scorretto 'Leafie' è una gallina che evade dal pollaio ma niente toni divertiti da 'Galline in fuga'; lo si capisce subito da quella donnola predatrice che la bracca senza tregua. (...) Non pensate all'happy end, però; anzi il finale è straziante. Insomma, se avete un bimbetto piccolo sappiate bene a cosa andate incontro perché qui sentimentalismi e situazioni melense lasciano il posto a reale crudezza." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 20 aprile 2012)