La giovane Diana abbandona Roma e il lavoro per rivedere la sorella Marta, sposata da due anni con Alex. Innamorata del marito, affettuoso e gentile, appassionato coltivatore di fiori esotici, Marta cerca tuttavia un compenso ad alcune sue manchevolezze tra le braccia di un altro uomo, col quale si incontra, con regolarità, in una capanna. Diana si accorge che in quell'unione coniugale, apparentemente così solida, c'è una incrinatura, e ne approfitta per cercar di riconquistare quell'affetto esclusivo che aveva sulla sorella prima del suo matrimonio. A tal punto questa manovra l'assorbe, che non ha tempo né voglia di accettare la corte di Dario, il giovane cugino di Alex, ospite per qualche giorno nella sua villa. Accortosi, Alex, della situazione, decide di allontanarsi con Dario, per lasciare che le due donne si manifestino i loro sentimenti. Marta respinge risolutamente il ritorno a quel passato da cui la vita con Alex l'ha liberata, per cui Diana, disperata, la uccide.
SCHEDA FILM
Regia: Roberto Malenotti
Attori: Susan Strasberg - Marta, Nathalie Delon - Diana, Massimo Girotti - Alex, Giancarlo Giannini - Dario, Lars Bloch - Il "Maschio" di Diana, Franco Abbina - Invitato, Gianni Pulone - Invitato, Attilio Dottesio - Invitato, Nicoletta Elmi
Soggetto: Renzo Maietto
Sceneggiatura: Brunello Rondi, Roberto Malenotti
Fotografia: Giulio Albonico, Sebastiano Celeste - operatore
Musiche: Giorgio Gaslini
Montaggio: Antonietta Zita
Scenografia: Luciana Marinucci
Arredamento: Giorgio Bertolini
Costumi: Luciana Marinucci
Altri titoli:
Umarmung
My Sister, My Love
Les deux soeurs
Durata: 102
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35) TECHNISCOPE - TECHNICOLOR
Produzione: FABRIZIO CORTESE PER CINE AZIMUT (ROMA), LES FILMS CORONA (PARIGI)
Distribuzione: EURO INTERN. FILM - GOLDEN VIDEO
NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 25 GIUGNO 2008 HA ABBASSATO IL DIVIETO DA 18 A 14 ANNI.
CRITICA
"Film pseudo-psicologico assai volgare, rattristante per la sua mancanza di originalità, per la piattezza della regia e dell'interpretazione [...] E' l'esempio classico del "film inutile"[...]". ("Saison '72")
"E' un pretenzioso e vacuo film, i cui personaggi sono afflitti da pseudoproblemi esistenziali. Raffinata l'ambientazione, bella la fotografia." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 67, 1969)