Harry, un ragazzo dodicenne, durante una festosa corsa con la mamma e la sorellina sulla automobile nuova guidata dal papà, cheide di scendere un momento per una necessità: in quei pochi minuti sopraggiunge un autotreno che travolge l'intera famigliola. Harry sotto shoc riprende conoscenza sul lettino di un orfanotrofio, accorgendosi d'aver perduto completamente i capelli. Ormai adulto e dimesso dall'orfanotrofio cerca trasognato e come inebetito un alloggio e un lavoro a Bruxelles. Scendendo da un tram guidato da una giovane, Jeanne, alla quale ha chiesto timidamente qualche indicazione, trova fortuitamente una camera libera al settimo piano di uno stabile di Rue Au Beurre e un posto di lavapiatti in un ristorante. Al lavoro si reca ogni mattina sul tram guidato da Jeanne, della quale molto presto s'innamora silenziosamente. Al ristorante è oggetto di risa e scherzi spiacevoli da parte dei due sguatteri che vi lavorano, ma riesce ben presto ad imporsi per la serietà nel lavoro e la sorprendente competenza culinaria di cui dà prova. Contemporaneamente cresce il suo amore per Jeanne, che scopre abitare al sesto piano del suo stesso stabile e molto affiatata con Denise, l'arcigna portiera che gli ha concesso con modi bruschi ed evidente diffidenza la camera, e che ne spia in continuazione il comportamento. Anche se il trauma sofferto da Harry nell'adolescenza e l'ambiente arido dell'orfanotrofio l'hanno reso timido, impacciato e incapace di comunicare, tuttavia tenta qualche esitante approccio con Jeanne: la invita a cena; a una gita in barca durante la quale riesce a farle dono di un paio di scarpe dorate, ammirate insieme pochi giorni prima in una vetrina, e che Jeanne non avrebbe potuto permettersi, ma non riesce a comprendere lo slancio spontaneo della ragazza, che risponde con un abbraccio e un "ti amo" che gli ricorda le ultime parole udite dalla mamma. I reciproci trascorsi e le iniziative della portiera Denise nei confronti di Jeanne e i consigli dei due sguatteri allo sprovveduto Harry contribuiscono ad acuirne l'incomunicabilità e a minare la malferma salute di Jeanne, che muore sognando di essere fra le braccia di Harry.
SCHEDA FILM
Regia: Frank Van Passel
Attori: Stany Crets - Desire', Wim Opbrouck - Bert, Ann Petersen - Denise, Frank Vercruyessen - Harry, Antje De Boeck - Jeanne
Soggetto: Christophe Dirickx
Sceneggiatura: Christophe Dirickx
Fotografia: Jan Vancaillie
Musiche: Noordkaap
Montaggio: Karin Vaerenberg
Scenografia: Johan Van Essche
Durata: 98
Colore: C
Genere: METAFORA
Specifiche tecniche: PANORAMICO A COLORI
Produzione: DIRK IMPENS
Distribuzione: LUCKY RED (1996) - BMG VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1996 - PRESENTATO ALLA SETTIMANA DELLA CRITICA AL FESTIVAL DI CANNES 1995.
CRITICA
Se "Le scarpe d'oro", come le "scarpette rosse" del capolavoro di Powell e Pressburger, rappresentano una maledizione per colei che le indossa, la chiave del film dell'esordiente Frank Van Passel è il suo circonfondere di tragedia il sereno simbolo della città di Bruxelles; il "Manneken Pis" del titolo originale, che è per l'appunto un bronzetto raffigurante un putto nudo colto nell'atto di orinare. Sospeso in un'atmosfera onirica, percorso da una straniata ironia e abitato da personaggi surreali come i due colleghi-consiglieri sentimentali di Harry o la brusca e intrigante portiera Denise, "Le scarpe d'oro" si iscrive nel quadro di piccola rinascita di un cinema fiammingo ispirato alla lezione di Delvaux. Nulla di travolgente, ma il buon cast e la magica fotografia conferiscono all'insolita favola un non so che di triste e tenero. (La Stampa, Alessandra Levantesi, 22/9/96)