Claire ha 17 anni ed è una ragazza timida e scontrosa. Quando scopre di essere rimasta incinta cerca riparo nella bottega della signora Mélikian, ricamatrice di abiti di alta moda. Giorno dopo giorno, ricamo dopo ricamo, tra le due donne s'instaura un rapporto intenso in cui la ragazza apprende ad essere madre.
SCHEDA FILM
Regia: Éléonore Faucher
Attori: Lola Naymark - Claire, Ariane Ascaride - Sig.ra Melikian, Marie Felix - Lucile, Jackie Berroyer - Sig. Lescuyer, Thomas Laroppe - Guillaume, Arthur Quehen - Thomas, Elisabeth Commelin - Sig.ra Moutiers, Anne Canovas - Sig.ra Lescuyer, Josephine Caraballo
Sceneggiatura: Gaëlle Macé, Éléonore Faucher
Fotografia: Pierre Cottereau
Musiche: Mike Galasso
Montaggio: Joële Van Effenterre
Scenografia: Philippe van Herwijnen
Costumi: Pascaline Suty
Altri titoli:
A Common Thread
Brodeuse
Durata: 88
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: ALAIN BENGUIGUI E BERTRAND VAN EFFENTERRE PER SOMBRERO PRODUCTIONS, MALLIA FILMS, RHONE-ALPES CINEMA
Distribuzione: BIM (2005)
Data uscita: 2005-05-27
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 43MA "SEMAINE INTERNATIONALE DE LA CRITIQUE", CANNES 2004.
CRITICA
"Se, all'inizio, 'Le ricamatrici' sembra battere la bandiera del naturalismo, l'arrivo di Claire dalla signora presso la quale vuole lavorare cambia il tono della rappresentazione. Al debutto nel lungometraggio, Eléonore Faucher applica le regole di madame Melikian realizzando un film artigianale, preciso nei dettagli, disalienato come il lavoro delle due protagoniste. Fotografate da Pierre Cottereau, le immagini emanano un'impressione tattile; i colori assumono un'importanza fondamentale; le luci sono sempre giuste. Consapevole di poter lacerare il delicato tessuto del film, la cineasta non spinge mai troppo sulla regia e adotta un montaggio sommesso." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 27 maggio 2005)
"Esistono ancora film fatti da donne e per donne? Certo, anche se i primi che dovrebbero vederli sono gli uomini. Come 'Le ricamatrici', debutto premiato a Cannes 2004 di Eléonore Faucher, sicura ma non presuntuosa. (...) Così, inquadratura dopo inquadratura, sguardo dopo sguardo, la Faucher ricama una pellicola di rilassante naturalezza. Un'occasione da non perdere, per un uomo, di spiare delle donne molto brave. A recitare, dirigere un film e ricamare il bello dal doloroso tessuto della vita." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 3 giugno 2005)