Il bislacco duca Gianfigliazzo, con il lurido frate Gerbino e quattro miserabili straccioni, mentre torna da una crociata, portando con sé come trofei di guerra un giovane e una ragazza, incontrati per caso, che egli spaccia per arabi e che chiama rispettivamente Mandud e Zeinab, viene assalito da un misterioso cavaliere nero, che riduce tutti in uno stato ancor più pietoso. Giunto al castello non trova la chiave per liberare la moglie Peronella dalla cintura di castità, e neppure vi riescono frà Gerbino e la superiora delle suore. Ci pensa però Mandud, che la chiave l'aveva trafugata, e subito approfitta della situazione. Le continue attività sessuali dei giovane danno luogo a diverse vicende erotiche, le quali, tra spogliarelli e sostituzioni di persone, coinvolgono anche cupidi frati e suore. Gianfigliazzo, sentendosi chiamare cornuto, condanna Mandud all'evirazione, ma questi riesce a far operare in sua vece un frate e poi fugge nel convento delle suore, dove le vogliose si buttano tutte fra le sue braccia; infine si allontana con Zeinab, salvandola dalle brame di frà Gerbino Quando finalmente Gianfigliazzo può star solo con la moglie, giunge l'ordine di partire per una nuova crociata, e si rende di nuovo necessaria la cintura di castità; ma Peronella stavolta riesce ad avere la chiave, scambiandola con un'altra. Poco dopo, tuttavia, lo strano gruppo, per aver sbagliato strada, si ritrova sull'uscio di casa, non senza essere stato ancora una volta assalito dal cavaliere nero.
SCHEDA FILM
Regia: Gian Paolo Callegari
Attori: Don Backy, Maria Teresa Baldoni, Krista Nell, Orchidea De Santis, Pupo De Luca, Femi Benussi, John Bartha, Marcelle Ginett Bron, Salvatore Puntillo
Soggetto: Giuseppe Bellecca, Gian Paolo Callegari, Ivano Gobbo, Alessandro Moretti
Sceneggiatura: Ivano Gobbo, Alessandro Moretti, Gian Paolo Callegari, Giuseppe Bellecca
Fotografia: Angelo Lotti
Musiche: Coriolano Gori
Montaggio: Nella Mannuzzi
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMICO
Specifiche tecniche: CINESCOPE TECHNICOLOR
Produzione: ESTER
Distribuzione: PAC
CRITICA
Strampalato come i personaggi che presenta, il film non si raccomanda certo per l'originalità della vicenda, copiata senza troppi rimorsi o mascherature da altre opere, nè per l'interpretazione, scadente e approssimativa, e d'altronde neppure necessaria data l'esibizione sfacciata di nudità piuttosto che la ricerca di intensità espressive. Dal complesso emerge soltanto una sfrenata e volgare sensualità, sia nelle scene che nei dialoghi, senza rispetto né del buon senso, né del buon gusto, né di elementi o persone religiosi. (Segnalazioni Cinematografiche)..