Una notte piovosa, un bambino viene lasciato nella struttura del baby box. Sang-hyun e Dong-soo lo portano segretamente a casa. Tuttavia, il giorno successivo, So-young ritorna inaspettatamente, cercando il suo bambino Woo-sung. Quando scopre che suo figlio è scomparso, decide di chiamare la polizia. La spiegazione dei due uomini che lo hanno portato a trovare genitori disposti ad adottarlo è difficile da credere, ma senza un posto dove andare, lei decide di unirsi alla loro missione per trovare nuovi genitori per suo figlio. Nel frattempo, il detective della polizia Su-jin e il suo subordinato Detective Lee hanno indagato sul caso negli ultimi 6 mesi, in attesa del momento decisivo in cui poter cogliere i due sul fatto. Questo gruppo di persone, riunite da una baby box, è partito per un viaggio che porterà verso mete che non si sarebbero mai aspettate.
SCHEDA FILM
Regia: Hirokazu Kore-Eda
Attori: Song Kang-ho - Sang-Hyeon, Doona Bae - Soo-Jin, Gang Dong-won - Dong Soo, Ji-Eun Lee - So-Young
Sceneggiatura: Hirokazu Kore-Eda
Fotografia: Hong Kyung-pyo
Musiche: Jung Jae
Montaggio: Hirokazu Kore-Eda
Scenografia: Mok Won Lee
Costumi: Choi Se-yeon
Suono: Taes Young Choi
Altri titoli:
Les bonnes étoiles
Durata: 129
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: DAE-CHAN SONG PER ZIP CINEMA, EUGENE LEE, MIYUKI FUKUMA, HYE JOON YOON
Distribuzione: LUCKY RED, KOCH MEDIA
Data uscita: 2022-09-22
TRAILER
NOTE
- PRIMO FILM IN LINGUA COREANA DEL REGISTA KORE-EDA.
- LE 'BABY POST BOXES' SONO CASSETTE DOVE SI POSSONO LASCIARE ANONIMAMENTE I NEONATI QUALORA I GENITORI NON FOSSERO IN GRADO DI ADEMPIERE AL PROPRIO DOVERE, IN MODO CHE POSSANO ESSERE ADOTTATI E CRESCIUTI DA QUALCUN ALTRO.
- PREMIO PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE MASCHILE (SONG KANG-HO) AL 75. FESTIVAL DI CANNES (2022).
CRITICA
"Il regista torna sul tema a lui più caro, quello dell'abbandono, a partire da un fatto di cronaca, ovvero il fenomeno dei "baby boxes" apparsi per la prima volta a Seoul nel 2010 per iniziativa di un religioso, versione asiatica delle "ruote degli esposti" che nelle chiese italiane accoglievano i neonati abbandonati proteggendo l'anonimato di chi si liberava di loro. I personaggi messi in scena da Kore-eda in fondo si assomigliano tutti: ci appaiono subito campioni di virtù, poi si rivelano all' opposto di quello che sembrano, quasi dei mostri, per poi farci scoprire la loro grandissima umanità nascosta dietro comportamenti sbagliati, nati però dalle migliori intenzioni. L' ambivalenza delle figure genitoriali nella società contemporanea e la famiglia ricomposta grazie a legami profondi che vanno oltre quelli di sangue restano la grande ossessione di Kore-eda, che non ha mai smesso di riflettere sulla necessità di un nuovo umanesimo oltre ogni regola e convenzione." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 26 maggio 27 maggio 2022)
"La storia, che si colora anche di divagazioni gialle (...) richiama un precedente film di Kore-eda, 'Affari di famiglia', ribadendo anche qui la lontananza del regista da ogni imposizione morale. Non sono certo i legami di sangue che formano le famiglie, ma piuttosto la disponibilità ad amare e la generosità verso l'altro, anche se una trama che alla fine vuole dire troppe cose (...) toglie al film la forza di altri capolavori del regista giapponese." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 27 maggio 2022)