Chi è Jacques Vergès? Un comunista, un anticolonialista, un uomo di estrema destra? Quali convinzioni lo hanno guidato? Cosa lo ha spinto a diventare l' "avvocato del terrore"? Il regista Barbet Schroeder cerca di fare luce su questo mistero partendo dall'inizio, da quando Jacques, giovane avvocato, conosce nello stesso tempo la Guerra d'Algeria e Djamila Bouhired, la donna coraggiosa e appassionata che lotta per la libertà del suo popolo. Jacques, profondamente colpito, sposa lei e la sua causa e per otto anni sparisce senza lasciare traccia. Quando riappare, il giovane avvocato si è trasformato in un professionista deciso e pronto a difendere i terroristi di qualsiasi tipo e paese. Assume le difese di Magdalena Kopp, Anis Naccache, Carlos e quanti portavano avanti una lotta senza quartiere contro il colonialismo. Anche un verio"mostro storico" come Klaus Barbie viene difeso da lui. Schroeder esplora i meandri più nascosti e segreti della vita di questo avvocato sempre sulla linea di demarcazione tra politica e legge, arrivando molto vicino alla scoperta di terribili connessioni.
SCHEDA FILM
Regia: Barbet Schroeder
Attori: Jacques Vergès - Se stesso
Fotografia: Caroline Champetier, Jean-Luc Perreard
Musiche: Jorge Arriagada
Montaggio: Nelly Quettier
Durata: 135
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: YALLA FILMS, WILD BUNCH, CANAL +, CENTRE NATIONAL DE LA CINÉMATOGRAPHIE,
NOTE
- PRESENTATO AL 60MO FESTIVAL DI CANNES (2007) NELLA SEZIONE "UN CERTAIN REGARD".
CRITICA
"Non era facile fare un documentario (già il termine è povero) su una figura sfuggente come quella dell'avvocato Jacques Vargès. Eppure Barbet Schroeder ce l'ha fatta: il suo 'L'avocat de la terreur' (visto al Certain regard) non è solo il convincente ritratto di un personaggio appassionante. E' una cavalcata lungo gli eventi più clamorosi e le trame più oscure degli ultimi cinquant'anni, compiuta seguendo le apparizioni e sparizioni di maitre Vergès come un filo di Arianna in un labirinto fatto di armi, sangue e denaro, fiumi di denaro. E più Vergès, intervistato, si diverte a rievocare le sue gesta, alimentando abilmente la propria leggenda, più Schroeder moltiplica controtestimonianze, immagini d'archivio, smentite in diretta, dettagli succosi. Disegnando intorno suo protagonista un mondo che somiglia a quello in cui viviamo o crediamo di vivere come la sua ombra, e come l'ombra rischia di inghiottirlo. Un viaggio avventuroso che conferma le infinite potenzialità di cui continua a godere il cosiddetto documentario. E dal quale non si torna come si era partiti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 maggio 2007)