L'autre

Mario Bernard e Pierre Trividic sollevano il Concorso con una tragedia della gelosia che diventa psicodramma al femminile. Splendida la prova di Dominique Blanc

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FRANCIA 2008
Anne-Marie e Alex si sono lasciati, amichevolmente, perché avevano idee molto diverse sulla loro vita di coppia: l'uno avrebbe voluto una vita coniugale, l'altra scalpitava per riconquistare la sua libertà. Tempo dopo, Anne-Marie viene sapere che il suo ex ha trovato una nuova compagna e, pervasa da un eccesso di gelosia, lascia libero sfogo a una follia minacciosa.
SCHEDA FILM

Regia: Patrick Mario Bernard, Pierre Trividic

Attori: Dominique Blanc - Anne-Marie, Cyril Gueï - Alex, Peter Bonke - Lars, Christèle Tual - Aude, Anne Benoît - Maryse Schneider, Charlotte Clamens - Suzanne, Christian Chaussex - L'uomo delle stelle, Anne Verdier - Specialista degli insulti, Paula Keiller - La rivale

Soggetto: Annie Ernaux - romanzo

Sceneggiatura: Patrick Mario Bernard, Pierre Trividic

Fotografia: Pierric Gantelmi d'Ille

Musiche: Rep Müzak

Montaggio: Yann Dedet

Scenografia: Axel Deboaisne, Daphné Deboaisne

Costumi: Anaïs Romand

Effetti: Roxane Fechner

Altri titoli:

The Other One

Occupation

Durata: 97

Colore: C

Genere: DRAMMATICO FANTASY

Tratto da: romanzo "L'occupation" di Annie Ernaux

Produzione: AGAT FILMS & CIE, EX NIHILO, CANAL + (FRANCE), CINÉ CINÉMA

Distribuzione: FILMS DISTRIBUTION

NOTE
- COPPA VOLPI PER LA MIGLIORE INTERPRETAZIONE FEMMINILE A DOMINIQUE BLANC ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008).
CRITICA
"Ispirato al romanzo 'L'occupation' di Anne Fremaux (Gallimard), il film ha qualche momento di umorismo e una regia non banale. Suggestive le immagini notturne, efficace la protagonista che sembra non prendersi sul serio nemmeno quando copre gli specchi e nel delirio spacca gli impianti elettrici di casa. Ma l'insieme rischia di essere monocorde e l'abuso della macchina a mano, rinnegata ormai pure da Lars Von Trier, alla fine stanca". (Gloria Satta, 'Il Messaggero', 1 settembre 2008)

"Intrigante, ma purtroppo noioso 'L'autre' di P. M. Bernard e P. Trividic: un'allusiva fantasia di schermaglie coniugali in cui la gelosia e la follia s'inseguono in un labirinto onirico alla Marienbad". (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 settembre 2008)

"Sospeso tra gangster movie e fantascienza, realtà cruda e fiction, il film non convince fino in fondo e rischia di annoiare". (Debora Danesi, 'Il Tempo', 31 agosto 2008)

"Liberateci dai film francesi vacui e ambiziosi e dalle sue femmine che ci tengono un'ora e mezza davanti al niente travestito da complessità. Ma perché, senza aspettare che se la dia da sé in un impeto autolesionista, quella bella mazzata in fronte non gliela dà molto prima il povero ragazzo al quale ha tolto la pace?". (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 1 settembre 2008)

"Ambientato in un oggi freddo e indifferente, dove la tecnologia sembra dare l'impressione di controllare ogni cosa, 'L'autre' costruisce scena dopo scena il ritratto di Anne-Marie (un'ottima Dominique Blanc), quarantasettenne tornata single perché vuole vivere la propria vita. (...) Conoscitori di Lovecraft, a cui hanno dedicato un documentario di cui si dice un gran bene, Bernard e Trividic sembrano recuperare le atmosfere inquietanti e ambigue dello scrittore per far entrare lo spettatore nella follia della loro protagonista. E lo fanno con una scelta di stile rigorosa e funzionale, dove a volte le cose reali sembrano perdere la loro identità e lo spazio annullare i suoi confini, senza però cedere agli effetti più plateali ma riuscendo a trasformare lo smarrimento della mente in uno smarrimento della realtà". (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 1 settembre 2008)

"Con la minuzia e i modi cincischiati di certo stile francese, il film racconta la rabbiosa disperazione e poi la follia d'una donna separata dall'amante, che perde la testa quando viene a sapere che un'altra l'ha sostituita. Non ha più controllo: telefona alla rivale insultandola volgarmente (e neppure sa se il numero sia quello giusto), convoca l'ex amante e gli amici, saltella, si specchia, crede di vedere ovunque un'altra se stessa rivale. Tutto questo non è filtrato né diventa eloquente: è quello che è e basta. Lo stesso capita con i paesaggi di Parigi periferica diurna o notturna: ma nel cinema anche i paesaggi debbono significare qualcosa. Se dicono nulla, tanto vale comprarsi una cartolina". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 1 settembre 2008)

"Di originale c'è la ricostruzione visiva del mondo di Anne-Marie, l'abitazione controllata dal computer, le case di disadattati che assiste? La città di frenetica immobilità. Sfumato, sfuggente, raffinato". (Silvio Danese, 'Quotidiano Nazionale', 1 settembre 2008)