Il conte Andrea d'Altamura, ricco proprietario, che sa farsi amare dai contadini, vive nel suo castello, occupandosi personalmente delle sue terre. Ridotto in grave stato da una caduta da cavallo, si rimette poi lentamente attraverso un periodo di malattia. Durante questo tempo fa venire al castello un'infermiera francese, Elena, che lo cura, lo fa innamorare di sé e diviene infine sua moglie. La giovane e bella contessa, prendendo interesse all'azienda agricola, persuade il marito a sostituire alle vecchie colture tradizionali quella più redditizia del tabacco; il che porta come conseguenza il licenziamento di molti contadini e l'assunzione d'altri lavoratori specializzati. Fin dal suo giungere al castello, Elena ha posto gli occhi sul robusto figlio del fattore, Bruno, che ella fa nominare capo delle scuderie. Il giovane cerca di sottrarsi alle premure della donna, che lo circuisce, ma infine non sa resistere e diviene il suo amante. Per mettere fine ad una relazione, che turba la sua coscienza, Bruno affretta le nozze con una giovane contadina, cui è promesso. Elena, che non vuol rinunciare alla tresca, l'invita ad un convegno in un padiglione di caccia, dove il conte, avvertito da un contadino, li sorprende. Elena punta contro di lui il fucile; ma il contadino, lanciando un coltello dalla finestra, l'uccide, salvando il padrone.
SCHEDA FILM
Regia: Leonardo De Mitri
Attori: Grazia M. Fancia - Annetta, Roldano Lupi - Conte Andrea D'Altamura, Umberto Spadaro - Scarpone, Luigi Tosi - Bruno, Andre' Le Gall - Tore, Mario Mazza - Don Carlo, Maria Parisi, Riccardo Ferri, Jole Gragnani - Maria Rosa, Rino Salviati, Gaby André - Elena
Soggetto: Leonardo De Mitri
Sceneggiatura: Leonardo De Mitri, Francesco De Robertis, Giorgio Prosperi
Fotografia: Carlo Bellero
Musiche: Gino Filippini
Scenografia: Arrigo Equini
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ANTONIO PIZZI PER IDEAL FILM, NICOLO' BONAIUTO PER BONAIUTO FILM
Distribuzione: REGIONALE
NOTE
DIRETTORE DI PRODUZIONE: DANIELE DANIELI AIUTO REGISTA: ALDO FLORIO
CRITICA
"Dei film fino ad oggi realizzati da De Mitri, questo ci sembra il migliore e il più organico, tanto da riuscire a superare con una accorta regia l'ostacolo di un soggetto poco originale e sovente fumettistico" (...). (A. Albertazzi, "Intermezzo", 1, 15/1/1953).