Serena Staino, vedova da un anno, è assistente al servizio immigrati e vive con suo suocero nella grande casa. Antonov, un impiegato della ditta di suo marito, le rivela che questi ha avuto una relazione in un paese dell'Est con una donna, Adania, e ha avuto da lei un figlio, Ilja. Dopo il primo disorientamento, Serena accoglie madre e figlio nella sua casa. Nel frattempo, Serena deve occuparsi della chiusura dell'attività del marito, scontrandosi con il disappunto di suo fratello Leone. Ilja si mostra ostile, ma Serena e suo suocero riescono a conquistare il suo affetto. Una sera Adania decide di ritornare in patria con il bambino, poiché ha scoperto che Leone voleva sposarla per mettere le mani sulla ditta, di cui il bambino è erede. Al porto Antonov confessa a Serena la verità: Adania è sua figlia, non l'amante di Nicola e Ilja il suo nipotino. Tutto era programmato per fuggire alla fame del loro Paese. Serena comprende e perdona.
SCHEDA FILM
Regia: Attilio Concari
Attori: Valeria D'Obici - Serena Aloisi, Massimo Venturiello - Leone Aloisi, Orsetta de Rossi - Giovanna, Giorgio Crisafi - Massimo, Massimo Girotti - Ing. Staino, Franco Mescolini - Avvocato Serra, Rosanna Papalini - Dottoressa Vinci, Giovanna Anzellotti - Un medico, Ana Zaneva - Adania, Pier Paolo Capponi - Antonov, Maurizio Marsala - Ilja, Fabio Alessandrini - Dragan, Giuseppe Laudisa - Ragioniere, Francesco Caruso - Inserviente immigrati, Antonio Mastellone - Ufficiale della Marina, Domenico Valente - Tassista
Soggetto: Paolo Pagnoni
Sceneggiatura: Paolo Pagnoni, Michael Esser, Paola Villa - adattamento dialoghi
Fotografia: Mauro Marchetti
Musiche: Enrico Topel
Montaggio: Franco Malvestito
Scenografia: Beatrice Scarpato
Costumi: Cinzia Lucchetti
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: PAOLO PAGNONI PER PAGNONI FILM, IN COLLABORAZIONE CON ISTITUTO LUCE, ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO
Distribuzione: ISTITUTO LUCE-ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1994)
NOTE
- REVISIONE MINISTERO NOVEMBRE 1993.
CRITICA
"Gli stessi passaggi narrativi e psicologici appaiono affrettati, mentre la regia di Concari è decisamentte al di sotto rispetto al precedente '45° parallelo'". (Segnocinema).