L'amant d'un jour

FRANCIA 2017
Storia di un padre e di sua figlia di 23 anni, che un giorno torna a casa perché è stata appena lasciata, e la nuova moglie del padre, anche lei 23enne e che vive con lui.
SCHEDA FILM

Regia: Philippe Garrel

Attori: Éric Caravaca - Gilles, Esther Garrel - Jeanne, Louise Chevillotte - Ariane, Laëtitia Spigarelli - Narratrice (V.O.

Sceneggiatura: Arlette Langmann, Jean-Claude Carrière, Caroline Deruas, Philippe Garrel

Fotografia: Renato Berta

Musiche: Jean-Louis Aubert

Montaggio: François Gédigier

Scenografia: Emmanuel de Chauvigny

Costumi: Justine Pearce

Durata: 76

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SCOPE (1:2.39)

Produzione: SBS FILMS, IN COPRODUZIONE CON ARTE FRANCE CINEMA

NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: ARTE FRANCE, CENTRE NATIONAL DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE; CON IL SOSTEGNO DI: LA PROCIREP ANGOA, SOFICINEMA 11 DÉVELOPPEMENT, CINEMAGE 10 DÉVELOPEMENT; IN ASSOCIAZIONE CON SOFICINEMA 13.

- SELEZIONATO ALLA 49. QUINZAINE DES RÉALISATEURS (CANNES 2017), HA RICEVUTO IL PREMIO SACD (EX AEQUO CON "UN BEAU SOLEIL INTERIEUR" DI CLAIRE DENIS).
CRITICA
"Gioia e sofferenza, disperazione e improvvisi slanci, tentazioni di suicidio e tradimenti si inseguono nelle vite dei personaggi, nei loro dubbi, in quell'improvvisazione esistenziale a cui con precisione (frutto di lunghe prove prima delle riprese) rispondono gli attori, sintonizzati quasi alla prima persona col regista (...). C'è sempre qualcosa di autobiografico, qualcosa che riguarda il vissuto, qualcosa che riguarda il cinema (che poi sono in «sovrimpressione», c'è sempre molto Godard - «il solo in grado di parlare alla pari con le donne» nei film di Garrel. Che ha scritto insieme a Jean-Claude Carrière e Annette Langmann per continuare il suo avvicinamento al femminile, sempre enigmatico, su cui ha spostato dal precedente 'L'ombre des femmes' l'accento lasciando in ombra quell'ego maschile narcisista che ha condotto finora la narrazione del suo cinema. Sarà forse in questo che ha scoperto una leggerezza anche nel dirci della paura sottile e incontrollabile (e delle vocazioni suicide) di scoprire che all'improvviso l'altro non ci ama più, che è già lontano. E poi l'autobiografia in Garrel prende sempre piste inattese, si camuffa laddove è meno evidente, vissuto sentimentale senza strategie. Ci si fa male e si può essere felici." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 16 giugno 2017)