L'alba

ITALIA 1991
Nella camera n. 722 di un albergo arriva Karen: ha con sé un'enorme quantità di sacche e valigie, poiché ha deciso di lasciarsi alle spalle la sua vita di giovane donna e in quella stanza ha appuntamento con Massimo, un incontro stabilito tanto tempo prima. I due sono amanti. Entrambi sono sposati. Lei è proprietaria di una boutique a Milano, lui è sempre all'estero come tecnico e i loro incontri sono sempre stati rari, e a volte hanno avuto adirittura pause di anni, ma ogni volta sono stati infuocati e sono avvenuti tutti in quella stanza. Nell'attesa di Massimo, Karen rivive quei momenti di frenesia, segnati da intervalli in cui molte cose sono accadute: Karen ha perso un bambino mentre lui ha avuto un'altra donna ed problemi di lavoro. L'attesa di Karen dovrebbe ora concludersi con una unione permanente in Italia a fianco dell'amato. All'alba, però, quando il centralino annuncia la chiamata di lui, la donna, ormai consapevole che quel legame si è logorato, fa dire che è partita.
SCHEDA FILM

Regia: Francesco Maselli

Attori: Nastassja Kinski - Karen, Massimo Dapporto - Massimo

Soggetto: Francesco Maselli

Sceneggiatura: Francesco Maselli

Fotografia: Pier Luigi Santi

Musiche: Giovanna Marini

Montaggio: Carla Simoncelli

Scenografia: Marco Dentici

Costumi: Lia Francesca Morandini

Collaborazione alla regia: Pasquale Pozzessere

Durata: 80

Colore: C

Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICO

Produzione: GIUSEPPE GIOVANNINI PER CINELIFE (ROMA)

Distribuzione: PENTA - VIVIVIDEO

CRITICA
"Nastassja Kinski, molto brava e d'una bellezza commovente, diretta benissimo, è il cuore dell''Alba' di Francesco Maselli. Il film di grande maestria registica ha momenti d'erotismo intenso: e al centro di tutto rimane l'attrice ammirevole". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 20 settembre 1991).

"In un film in cui non succede nulla, perché tutto succede all'interno della donna, vengono ad assumere un particolare ruolo gli elementi concorrenti alla creazione di un'atmosfera, che ha il preciso compito di far cogliere agli spettatori gli stati d'animo, veri soggetti del film." (Orietta Longoni, 'Film', maggio-giugno 1992)