L'affare Beckett

ITALIA 1966
Rod Cooper, un agente della Cia viene inviato a Parigi per scoprire se il colonnello Segura, capo di un'organizzazione clandestina anticastrista, fa il doppio gioco ai danni degli Stati Uniti. In un primo momento cerca di mettersi in contatto con la Signora Beckett, che dovrebbe rivelargli le intenzioni di Segura, ma la donna viene trovata uccisa. Successivamente Rogerson, un altro americano, presenta Cooper allo setesso Segura e Rod può così entrare nella sua organizzazione. Qui viene a sapere che il colonnello cerca di attirare un certo numero di americani per impiegarli in un attentato contro il presidente di uno Stato dell'America del sud e favorire così l'espansione comunista. Segura ben presto scopre la vera identità di Rod e tenta di sbarazzarsi di lui, riuscirà a scamparla?
SCHEDA FILM

Regia: Osvaldo Civirani

Attori: Lang Jeffries - Rod Cooper, Ivan Desny - Col. Segura, Krista Nell - Paulette, Andrea Scotti - Steve, Nathalie Nort - Helen, Bob Messenger - Aumont, Carla Calò - Nadia, Lilia Nejung, John Writting, Max Dean, Giovanni Ivan Scratuglia, Aldo Bonamano

Soggetto: Roberto Gianviti

Sceneggiatura: Roberto Gianviti

Fotografia: Osvaldo Civirani, Walter Civirani - operatore

Musiche: Nora Orlandi

Montaggio: Giovanni Maria Messeri

Scenografia: Paola Mugnai

Costumi: Tony Randaccio

Altri titoli:

La jungle des tueurs

The Beckett Affair

Durata: 95

Colore: C

Genere: SPIONAGGIO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: OSVALDO CIVIRANI PER WONDER FILM, FONO ROMA, COMPAGNIA EUROPEA DI CINEMATOGRAFIA (PARIGI)

Distribuzione: PICCOLI (1979) - EURO INTERN. FILM

CRITICA
"Modesto nell'impianto narrativo e non sempre chiaro nello sviluppo della vicenda, il film non rivela particolari qualità. Realizzato per mimèsi, quando James Bond imperversava, questo film non è esattamente quello della cui riedizione si sentiva la necessità. L'agente americano di cui racconta una gloriosa impresa non è un 'superuomo' come lo 007 di Fleming e passa abbastanza allegramente da Parigi a Berna, dalla Svizzera ad un Paese dell'America Latina. Se la cava benino, accontentando i suoi cinici superiori. Ma, per fortuna, usa scarsamente la 'licenza d'uccidere' e l'altrettanto arcinoto diritto di mietere cuori femminili. In sostanza è un bonaccione che deve molto alla sua buona stella. Visto a suo tempo, il personaggio poteva suscitare delle perplessità morali più per la categoria di 'superspie' cui apparteneva che non per obbiettive storture di comportamento." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 87, 1979)