Il film è la storia di tre donne. Stefania, abbandonata dal marito per un'altra, vive da sola e per guadagnarsi da vivere batte al computer copioni televisivi finchè un giorno decide di "voltare pagina". Elena tenta il suicidio gettandosi nella Senna, ma viene tratta in salvo da Bernard, un clochard che prima cerca di rianimarla, poi la porta al pronto soccorso. Elena e Bernard si incontreranno di nuovo. Stella cerca di mettere il suo compagno David, completamente ubriaco, in condizione di esibirsi come Diabolique il Mangiafuoco, al piccolo Cirque Etoile. Durante l'esibizione però qualcosa va male e David viene ricoverato all'ospedale. Stella è sempre al suo fianco...
SCHEDA FILM
Regia: Luciano Emmer
Attori: Sabrina Ferilli - Stefania, Elena, Stella, Olivier Pages - Bernard, Valérie Kaprisky - Iris, Eloise Eonnet - Avril, James Thiérrée - Enrico, Giancarlo Giannini - David
Soggetto: Luciano Emmer
Sceneggiatura: Luciano Emmer
Fotografia: Bruno Cascio
Musiche: Stelvio Cipriani
Montaggio: Adriano Tagliavia
Scenografia: Emita Frigato
Costumi: Innocenza Coiro
Altri titoli:
L'EAU... LE FEU
Durata: 94
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Produzione: BUSKIN FILM, CLASSIC FILM, GENTLEMAN FILM
Distribuzione: QUALITY FILM
Data uscita: 2003-09-12
NOTE
EVENTO COLLATERALE ALLA 60MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2003).
PREMIO 'PASINETTI' A LUCIANO EMMER.
CRITICA
"Il regista milanese ottantacinquenne Luciano Emmer offre a Sabrina Ferilli l'occasione sempre magnifica per un'attrice di tre interpretazioni che sono state assai apprezzate alla Mostra del cinema di Venezia, dove 'L'acqua ... il fuoco' è stato presentato fuori concorso come 'evento particolare'." (Lietta Tornabuoni, 'La stampa', 12 settembre 2003)
"'L'acqua... il fuoco' aspira a proporsi come una parabola suddivisa in tre atti, la cui continuità sia però garantita da un'unicità di contenuti psicologici. Se è così, l'intento non appare realizzato; anche per il valore scarsamente emblematico delle situazioni narrate. Sabrina Ferilli si fa in tre con evidente buona volontà. Sconta, però, la lunga militanza nelle fiction televisive, dove i sentimenti sono sistematicamente annacquati e resi inoffensivi. Così, le sue donne zuppe di dolore ma combattive non risultano particolarmente convincenti: anche perché lei soffre ordinatamente e quasi senza scompigliarsi i capelli". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 settembre 2003)