Le ultime e più consistenti perdite al gioco costringono il marchese Bartolomeo Scotti a vendere la bella villa di famiglia. Il futuro si presenta incerto, ma la passione per le scommesse è ancora forte. Bartolomeo, spalleggiato dagli amici Colonnino, Ciotolino e Cartolina, proclama la decisione di andare avanti per prendersi una roboante rivincita. Nonostante l'opposizione delle mogli, scatta il nuovo piano che prevede l'obiettivo di mettere insieme 100 milioni per andare a giocare al casinò di Saint Vincent. Tra partite a poker con commercianti ingenui, scommesse all'ippodromo e sulla Fiorentina, la somma viene messa insieme, e i quattro partono, inventando il motivo di un colloquio di lavoro che Bartolomeo dovrebbe sostenere a Torino. Al casinò il marchese vince una somma consistente e lascia soli gli amici. Sul giornale le mogli leggono la notizia e meditano vendetta. Il giorno dopo Bartolomeo perde tutto, e dice agli altri che è il momento di andare via. Al casinò arrivano le quattro donne, giocano, vincono, incontrano gli sconfitti. Tutti tornano a Firenze, gli amici ora giocano a tombola. Arriva Beatrice, moglie di Bartolomeo, e gli dice di aspettare un bambino. E lui non crede al fatto di avere un erede.
SCHEDA FILM
Regia: Fabio Campus
Attori: Bebo Storti - Bartolomeo Scotti, Niki Giustini - Ciotolino, Graziano Salvadori - Cartolina, Evelina Gori, Piero Gremigni - Colonnino, Katia Beni, Sabina Began
Soggetto: Fabio Campus
Sceneggiatura: Fabio Campus
Fotografia: Carlo Tafani
Musiche: Riccardo Eberspacher
Montaggio: Pierluigi Leonardi
Durata: 100
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: VIDEOMAURA, VIDEO MAURA
Distribuzione: CDI-BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA - MEDUSA HOME ENTERTAINMENT
CRITICA
"Anche se non c'era da aspettarsi un giocatore alla Dostoevskij, il film scritto e diretto da Fabio Campus è deludente. Campus cita 'Amici miei' ma è un bel po' ottimista. Vitellonismo toscano a parte, le analogie con la celebre serie di Monicelli sono praticamente casuali. E poi 'La vita è un gioco' non fa ridere: il che, per una commedia, non è proprio uno scherzo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 5 febbraio 2000)