Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi, quindicenne cittadina vaticana, figlia di un messo pontificio, sparisce dal centro di Roma, dando inizio a uno dei più clamorosi casi irrisolti mai accaduti in Italia, conosciuto anche all'estero. Dopo decine di indagini, oscure ipotesi, coinvolgimento di "poteri forti", depistaggi di ogni genere, una cosa è certa: Emanuela non ha fatto più ritorno a casa. Sollecitata dallo scandalo "Mafia capitale" che attanaglia Roma ai giorni nostri, una rete televisiva inglese decide di inviare a Roma una giornalista di origine italiana per raccontare dove tutto ebbe inizio: quel 22 giugno di tanti anni prima. Con l'aiuto di un'altra giornalista, inviata di un noto programma televisivo italiano, che ha scoperto una nuova pista, entra in scena un personaggio inquietante: Sabrina Minardi. È l'amante di Enrico De Pedis, meglio conosciuto come Renatino, il boss che ha saputo gestire meglio di ogni altro il malaffare della capitale, poi finendo sotto i colpi della banda rivale della Magliana. Nonostante il suo passato, Renatino verrà sepolto nella Basilica di S. Apollinare, nel cuore di Roma, proprio accanto alla scuola di musica frequentata da Emanuela: un altro mistero. La Minardi si decide a raccontare quanto afferma di sapere sul sequestro della ragazza. E' la verità? Quale intreccio indicibile si cela dietro i delitti rimasti impuniti nell'arco di trent'anni?
SCHEDA FILM
Regia: Roberto Faenza
Attori: Riccardo Scamarcio - Enrico De Pedis detto Renatino, Maya Sansa - Maria, Greta Scarano - Sabrina Minardi, Valentina Lodovini - Raffaella Notariale, Shel Shapiro - John, Tommaso Lazotti - Pietro Orlandi, Luciano Roffi - Pietro Murgia, Anthony Souter - Roberto Calvi, Elettra Orlandi - Federica Orlandi, Alessandro Bertolucci - Ercole Orlandi, Giacomo Gonnella - Antonio Mancini, Alberto Cracco - Vescovo, Paul Randall - Monsignor Marcinkus, Vincenzo Failla
Soggetto: Roberto Faenza, Pier Giuseppe Murgia, Raffaella Notariale
Sceneggiatura: Roberto Faenza
Fotografia: Maurizio Calvesi
Musiche: Teho Teardo
Montaggio: Massimo Fiocchi
Scenografia: Luisa Iemma
Costumi: Massimo Cantini Parrini
Suono: Brando Mosca, Gianluca Tamai
Durata: 94
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: ELDA FERRI PER JEAN VIGO ITALIA, CON RAI CINEMA
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2016-10-06
TRAILER
NOTE
- PROGETTO SVILUPPATO CON IL CONTRIBUTO DEL MIBACT-DGC.
- GRETA SCARANO E' STATA CANDIDATA AL NASTRO D'ARGENTO 2017 COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA (ANCHE PER "SMETTO QUANDO VOGLIO MASTERCLASS" DI SYDNEY SIBILIA).
CRITICA
"Roberto Faenza ha sempre coltivato una passione per la denuncia. Ora riprende il caso di Emanuela Orlandi (...). Malgrado infinite piste, fino alla telefonata del 2005 a 'Chi l'ha visto?', il 2016 ha decretato l'archiviazione. La finzione di una reporter anglo-italiana (...) si innesta su elementi e personaggi di verità. (...) Greta Scarano, migliore in campo ma ci voleva poco (...). Realizzazione sciatta e pedante." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 6 ottobre 2016)
"Di Scarano si è già molto parlato come astro nascente del nostro cinema, ma con 'La verità sta in cielo' ha superato definitivamente gli esami di maturità. Più che una promessa, è ormai una certezza. Deve solo andare avanti, continuando a cambiare sempre per restare se stessa." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 6 ottobre 2016)
"(...) uno dei misteri d'Italia mai chiariti. Roberto Faenza ha provato a vederci chiaro seguendo una pista più fantapolitica che credibile. Troppo affollata la lista dei suoi sospetti. (...) Spiacerà come succede ogni volta che Roberto Faenza non azzecca la chiave di lettura di una storia. Qui ha messo mano a un «cold case», seguendo fin troppo la traccia delle inchieste sui giornali dell'epoca. Tante inchieste, troppi rivoli narrativi senza sbocco." (Giorgio Carbone, 'Libero', 6 ottobre 2016)
"Faenza lancia ipotesi e tesi per far luce su uno dei casi irrisolti più famosi. Utilizzando un personaggio inventato (...). Intrecci politici, religiosi, criminali e carte secretate. Il tutto servito come fosse una fiction e senza creare empatia." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 6 ottobre 2016)
"Lo svolgimento è purtroppo ingrato, meccanico, da sketch docu-fiction esplicativo. Ma il rispolvero è importante." ('Nazione-Carlino-Giorno', 7 ottobre 2016)