Mario si guadagna da vivere commettendo furti d'auto di lusso. Il suo lavoro consiste nell'agganciare lungo l'autostrada gli ignari proprietari e con vari stratagemmi carpire i dati e le informazioni utili. Il suo nuovo bersaglio è il proprietario di una Bentley nera, Rinaldo. Mario riesce ad incontrare e conoscere Rinaldo, che si rivela un personaggio alquanto bizzarro e misterioso. Nel frattempo, a loro insaputa, i due uomini sono entrambi tallonati da Beatrice, un'operatrice telefonica che Mario ha contattato per risalire a Rinaldo e che, essendosi incuriosita per le richieste e l'atteggiamento del primo, ha deciso di seguirli e vivere un'avventura pericolosa...
SCHEDA FILM
Regia: Andrea Papini
Attori: Patrick Bauchau - Rinaldo, Peppino Mazzotta - Mario, Beatrice Orlandini - Beatrice
Sceneggiatura: Gualtiero Rosella, Andrea Papini
Fotografia: Benjamin Nathaniel Minot
Musiche: Susanna Stivali, Fabrizio Bondi
Montaggio: Maurizio Baglivo
Scenografia: Alessandro Rosa
Costumi: Isabelle Caillaud
Effetti: Videa
Suono: Roberto Sestito
Durata: 90
Colore: C
Genere: NOIR
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR
Produzione: SANDRO FREZZA, SERGIO BERNARDI, FERDINANDO VICENTINI ORGNANI PER A.L.B.A. PRODUZIONI
Distribuzione: MEDIAPLEX
Data uscita: 2008-04-18
CRITICA
"Presentato all'ultima edizione di Courmayeur, questo noir ironico di Andrea Papini, qui all'esordio, fece una buona impressione."(Dario Zonta, 'L'Unità', 18 aprile 2008)
"Il rovesciamento dei ruoli è un po' telefonato e i dialoghi non sono sempre all'altezza del luciferino e poliglotta Bachau, ma Papini ha occhio, ritmo e senso dei paesaggi. E sa coniugare orrore e struggimento per spingere quelle tre solitudini verso un truce crescendo finale che non si dimentica. Un film fantastico senza trucchi e lucine. E una perfetta allegoria (involontaria?) della nostra gerontocrazia." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 aprile 2008)
"Patrick Bauchau parla un italiano strano, con voce remota, con enfasi. Il suo eloquio solenne rende suggestivo l'ambizioso film di Andrea Papini, 'La velocità della luce', che di veloce ha solo il traffico: infatti è girato in auto, anche ricorrendo al 'trasparente'. L'incubo cui si accenna - un altro traffico, quello d'organi - serve a evocare una più antica realtà: che il mondo è dei vecchi. (...) La patina investigativa si screpola lungo l'improbabile inseguimento di un sessantenne (Bauchau) disarmato, ma pericoloso, da parte di un trentenne (Peppino Mazzotta) armato, ma indifeso. Chi ama Borges e Dürrenmatt, o Carrière e il primo Polanski, qui ne troverà eco." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 25 aprile 2008)