In un immaginario paesino agricolo, qualche secolo fa, vivevano Claus ed Anya, un'anziana coppia senza figli, benestante e buona con i bambini del villaggio. Lui, Claus, era un abile artigiano del legno e per Natale regalava a tutti i piccoli dei meravigliosi giocattoli. Ma un brutto giorno una tremenda bufera di neve sorprende i due vecchi per la strada, essi si addormentano in un sonno senza fine per risvegliarsi in un fantastico e coloratissimo palazzo abitato da tanti elfi, anch'essi fabbricanti di giocattoli che accolgono la coppia con affetto. I buoni e vispi ometti nominano ufficialmente Claus Babbo Natale; egli sarà immortale e recherà ogni anno ai bambini di tutto il mondo sulla sua magica slitta trainata da formidabili renne, giocattoli creati dagli elfi. Tutto procede bene per vari anni fino a che si arriva al nostro secolo e cominciano i guai. Sulla terra c'è un ricchissimo industriale dei giocattoli, B.Z. che è alle prese con la giustizia per truffe varie e cerca un pretesto per rifarsi. Nel mondo degli elfi c'è Patch, un ometto molto creativo che, con l'intenzione di aiutare Babbo Natale a costruire più giocattoli, combina un sacco di pasticci mettendo in crisi la produzione del munifico vecchietto. Più nessun bambino apprezza i suoi doni, Patch umiliato se ne va sulla terra e qui rimane invischiato nella rete di B. Z. che lo assume nella sua ditta e lo irretisce promettendogli favolose ricompense. Patch inizia a produrre per il cinico industriale giocattoli fantastici che attraggono i piccoli del nostro secolo. Babbo Natale però non si arrende, torna sulla terra e con l'aiuto di due piccoli amici, Joe e Cornelia, entrambi senza famiglia, riesce a salvare Patch dalle grinfie di B.Z. e a recuperare la fiducia dei bambini di tutto il mondo. Finale felice per ognuno; il crudele B. Z. è punito scomparendo nello spazio, Babbo Natale torna nel suo regno amato ed apprezzato da tutti gli elfi, Patch che non ha mai smesso di stimarlo è di nuovo con lui, Joe e Cornelia restano per un po' in quel mondo di favola fra tanto affetto; come ogni anno a Natale ogni bambino aspetta con ansia i doni del vecchio benefattore.
SCHEDA FILM
Regia: Jeannot Szwarc
Attori: Judy Cornwell - Anya, Don Estelle - Groot, Christian Fritz Patrick - Joe, Melvyn Hayes - Goober, David Huddleston - Babbo Natale, Carrie Kei Heim - Cornelia, Jeffrey Kramer - Jowzer, John Lithgow - B Z, Burgess Meredith - Vecchio Elfo, Peter O'Farrell - Honka, Anthony O'Donnell - Puffy, Dudley Moore - Patch, Tim Stern - Boog, John Barrard - Doodley
Soggetto: Leslie Newman, David Newman (II)
Sceneggiatura: David Newman (II)
Fotografia: Arthur Ibbetson
Musiche: Henry Mancini
Montaggio: Peter Hollywood
Scenografia: Anthony Pratt
Costumi: Bob Ringwood
Effetti: Optical Film Effects Ltd., Effects Associate Ltd.
Altri titoli:
SANTA CLAUS: THE MOVIE
Durata: 118
Colore: C
Genere: FANTASY
Specifiche tecniche: SCOPE
Produzione: ILYA SALKIND, PIERRE SPENGLER PER CALASH CORPORATION - TRISTAR PICTURES
Distribuzione: CDE - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO, NUOVA ERI, CDI HOME VIDEO - MEDUSA VIDEO
NOTE
- IL FILM E' STATO CAMPIONE DI INCASSI IN GRAN BRETAGNA NEL 1986.
CRITICA
"Esiste il mitico mondo degli elfi? Certo, fra i bianchi silenzi del Polo dove, tanti secoli fa, un vecchio che amava i bambini divenne Babbo Natale: e, conosciuto anche come Santa Claus, da allora ha attraversato le notti di Natale a bordo della sua slitta carica di doni. (...) Una favola, questo 'La storia di Babbo Natale-Santa Claus' dall'impianto scenografico fastoso e dal disegno dei personaggi rigorosamente manicheo; il clima, però, è decisamente sciropposo, con tutte quelle moine e quello stucchevole ottimismo di fondo (ma è una favola, via!). Fra gli interpreti si distinguono Dudley Moore, John Lithgow, Burgess Meredith." ('Il Tempo', 7 Dicembre 1985)
"Se la resa tecnica del film lascia molto a desiderare, gli attori di vaglia cercano inutilmente di trasformare in simpatici personaggi i loro risibili caratteri: Dudley Moore è l'attonito elfo Patch, John Lithgow uno sprecato cattivo chiamato B. Z., Burgess Meredith il vecchio e saggio folletto e David Huddleston, un grande nome di Broadway, è il barbuto e iconografico Babbo Natale. Tenere e simpatiche appaiono le intirizzite renne costrette a percorrere immense distanze: a due di esse è affidata la sequenza più divertente, quella in cui sconfiggono un'aerodinamica fuoriserie e salvano, con un doppio volo della morte, l'ingenuo Patch sfuggito alla corruzione di B. Z. Il discontinuo regista Jeannot Szwarc ('Squalo II', 'Supergirl' e qualche buon giallo) tenta di dare al tutto una certa suspense ma il copione non lo aiuta e il film non riesce a fondere i suoi toni iperrealistici con le atmosfere dei racconti nordici. Molto gradevole è, invece, la colonna sonora di Henry Mancini." ('Il Corriere della sera', 10 Dicembre 1985)
" 'Santa Claus'. (CDE, 1985), è proprio la storia di come è nato Babbo Natale. C'era una volta un artigiano medievale, onesto e amante dei bimbi: non avendone in proprio, dedicava la sua vita ad allietare tutti i piccoli del villaggio, e durante l'anno confezionava pupazzetti per il Natale successivo. Ma in una notte di vigilia più innevata del solito, il nostro sparisce nella tormenta, per riemergere, ormai ufficialmente Santa Claus (cioè Babbo Natale), nel regno incantato degli elfi. Da quel momento sarà lui l'unico autorizzato fornitore di doni ai pargoli terrestri.(?) Inoltrarsi ulteriormente in questo intreccio involontariamente demenziale sarebbe piuttosto inutile e crudele (sempre nel senso che non è carino sfottere Babbo Natale). Sta di fatto comunque che raramente come in 'Santa Claus', realizzato dallo stesso team dei tre film su Superman (i produttori Ilya Salkind e Pierre Spengler, lo sceneggiatore David Newman), diretto dall'ossequioso e diligente Jeannot Szwarc ('Lo squalo 2'), musicato con sopraffina ruffianeria da Henry Mancini, l'abisso fra professionismo di confezione e tediosa insulsaggine di argomenti e narrazione risulta profondo, praticamente incolmabile. Al punto che perfino il ferreo teorema effetti speciali-tanto pubblico giovanile al cinema stavolta potrebbe essere messo in discussione. Almeno in Italia." (Gabriele Porro, 'Il Giorno', 11 Dicembre 1985)