La Sposa Bambina - Mi chiamo Nojoom, ho 10 anni e voglio il divorzio

Ana Nojoom bent alasherah wamotalagah

3/5
Un film di denuncia dalla prima regista yemenita della storia

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EMIRATI ARABI 2015
Una bambina entra in un'aula di un tribunale, guarda il giudice dritto negli occhi e gli dice: «Voglio il divorzio». Nello Yemen, dove non sono previsti limiti di età per poter contrarre matrimonio, una bambina di 10 anni di nome Nojoom è costretta a sposare un uomo di 30 anni. La dote derivante dal matrimonio fornisce alla famiglia della bambina la possibilità di ricevere una piccola entrata economica e l'opportunità di liberarsi di una bocca in più da sfamare. Per tutti si tratta di un accordo legittimo e soddisfacente: per tutti tranne che per Nojoom che vedrà presto la sua vita volgere al peggio. Storia di una bambina yemenita in cerca di giustizia. Nojoom inizia una solitaria e determinata battaglia contro le pratiche arcaiche seguite dalla sua famiglia e dalla sua tribù, riuscendo a sfuggire al controllo dei suoi genitori e a ottenere il divorzio. La battaglia di Nojoom è una battaglia per la libertà per le donne del suo paese, un esempio contro la violazione dei diritti umani e il simbolo della lotta contro le pratiche arcaiche considerate ancora oggi legali nello Yemen e in molti altri paesi.
SCHEDA FILM

Regia: Khadija Al-Salami

Attori: Reham Mohammed - Nojoom a 10 anni, Rana Mohammed - Nojoom a 5 anni, Ibrahim Al Ashmori - Padre, Naziha Alansi - Madre, Husam Alshiabali - Fratello Sami, Sawadi Alkainai, Adnan Alkhader - Giudice, Samaa Alhamdani - Avvocato, Khaled Meshoar - Sceicco, Munirah Alatas - Suocera, Shafikha Alanisi - Seconda moglie del padre, Rym Sharabeh - Moglie del Giudice, Malak Albukhaiti - Sorella maggiore, Amro Gadel - Fratello maggiore, Sumya Almeliaki - Sorella maggiore, Ayah Ali - Seconda sorella

Soggetto: Nojoud Ali - libro, Delphine Minoui - libro

Sceneggiatura: Khadija Al Akel, Faten Alfagih - supervisione, Afrah Mohamed - assistente

Fotografia: Victor Credi

Musiche: Thierry David

Montaggio: Alexis Lardilleux, Faten Alfagih, Afrah Mohamed

Altri titoli:

I Am Nojoom, Age 10 and Divorced

Durata: 99

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: libro "I am Nujood, age 10 and divorced" di Nojoud Ali e Delphine Minoui

Produzione: SHEIKHA PROHASKA ALATAS, KHADIJA AL SALAMI PER HOOPOE FILM

Distribuzione: BARTER ENTERTAINMENT (2016)

Data uscita: 2016-05-12

TRAILER
NOTE
- CONSULENTE: ALAIN MASSE.

- IL FILM E' SOSTENUTO DA AMNESTY INTERNATIONAL, CHE HA SCELTO DI LEGARSI AL PROGETTO A SUPPORTO DELLA PROPRIA CAMPAGNA "MAI PIÙ SPOSE BAMBINE".
CRITICA
"(...) primo film diretto da una donna yemenita, la documentarista Khadija al-Salami, costato 80 mila dollari, girato clandestinamente nello Yemen («Un incubo!») con una troupe egiziana non esistendone una locale (...). Ci sono due ragioni per vederlo: il meraviglioso infinito, vuoto, e attualmente irraggiungibile paesaggio rupestre, e la bambina Nijood, una piccolina avvolta nei veli neri, i lucenti occhi scuri, il chiaro viso aggrottato nel dolore e nella cocciuta e coraggiosa decisione di riprendersi la vita, la bambola rosa che canta, i giochi con gli altri bambini. (...) L'incantevole bambina del film è nipote del regista. L'assurdità è che la sua deliziosa voce, le voci di quei pastori di un altro mondo per noi incomprensibile siano stati doppiati, togliendo loro verità e realtà." (Natalia Aspesi, 'La Repubblica', 6 maggio 2016)

"Bisogna molto insistere con se stessi per convincersi che tutto ciò che vediamo attoniti e increduli nella 'Sposa bambina' (...) è storia vera non fiction (...). La cosa davvero speciale di questo «documentario» che allaccia subito la corrente civile e non la spegne più, è che sia la regista sia la stessa vittima, Nojoom Ali (...), sono state travolte da questo destino. Il film (...) parte con una storica ribellione (...) e lo risolve in un'ultima sequenza quasi brechtiana che insegna come migliaia di bimbe, schiave analfabete, muoiano per sevi zie, emorragie, parti precoci. Miracolo del film è che il raddoppio biografico della sofferenza non sbiadisce alle prese con la ricostruzione ma mantiene (anche per la forza espressiva della giovane attrice) la sua carica feroce di violenza e di ignoranza. Di base, l'interpretazione religiosa che, fraintendendo Maometto, diventa causa della rivolta esibita dall'autrice; che conosce bene l'arte di stupire, coinvolgere, commuovere, denunciare: in quest'ordine." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 maggio 2016)

"La storia ha dell'incredibile nel suo essere reale (...). Film importante e toccante, che non solo si ispira all'autobiografia pubblicata da Nojoud con una giornalista (...) ma anche parzialmente al vissuto della stessa regista. (...) Da non perdere." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 12 maggio 2016)

"Piacerà a chi apprezza queste storie di ordinaria violenza, almeno quando sono messe su pellicola con vigore e sensibilità. Questo è uno dei casi. Kadhjia filma bene e non cade in trappole manichee (anche il punto di vista del padre della bambina è messo in evidenza e non facilmente condannabile." (Giorgio Carbone, 'Libero', 12 maggio 2016)