LA SETTIMA ONDA

Durante un viaggio intorno al mondo, il transatlantico "Crescent Star" incappa in una mina galleggiante e cola a picco. Delle persone che sono a bordo solo ventisette riescono a salvarsi e si trovano riunite in un canotto, che normalmente potrebbe trasportarne nove. La situazione del naufraghi è tragica: sono fuori delle rotte normali, a parecchie centinaia di miglia dalle coste africane, con scarsi viveri, scarsa acqua, mentre il carico eccessivo rende impossibile la navigazione. Alec Holms, l'ufficiale piu' anziano, cui spetta di diritto il comando, è messo di fronte ad un terribile dilemma: o attendere passivamente la morte, o gettar in mare tutti quelli che per ferite o vecchiaia non possono rendersi utili al remi, e tentare di raggiungere la costa africana. Holms, pur rendendosi conto della crudeltà della decisione, decide di attenersi alla seconda alternativa. Prendendo su di sè ogni responsabilità e minacciando con la pistola chi tenta di opporsi, ordina di mettere in mare le bocche inutili. L'ordine viene eseguito ed il piccolo scafo, liberato di una parte del carico, puo' iniziare la navigazione e superare felicemente una tempesta. Durante un drammatico diverbio con uno dei passeggeri, Holms è rimasto ferito da un colpo di coltello: egli sente che le forze lo abbandonano e, uniformandosi alla legge da lui stesso imposta, decide di gettarsi in mare. Ma non ne ha il tempo: una nave li ha avvistati e si dirige alla loro volta. Con l'affacciarsi della salvezza si dilegua l'atmosfera drammaticamente irreale che circondava il battello; cessa quel sentimento di egoistica solidarietà, che legava al comandante quelli ch'egli, col sacrificio degli altri, aveva mantenuto in vita. Ognuno si chiude nel proprio egoismo, lasciando Holms solo con la terribile responsabilità che si è assunta.