Investito una sera un vecchio, la giovane maestra Miriam lo porta a casa sua per i primi soccorsi. Quello, poco più che contuso, farfuglia che era diretto all'ultima tappa della sua vita, poi scende nel sottosuolo del cottage (vastissimo di cui la maestra ignora l'esistenza, abitando da poco in affitto), dove esiste un profondo pozzo. Il vecchio, Moebius Kelly, presiede una setta la quale sostiene che è da laggiù che verrà l'atteso anticristo vendicatore. Nel frattempo Moebius si diletta ad inserire nelle narici di molti prescelti per il ruolo di adepti, un raro insetto, che intorbida le menti e induce al delitto. Miriam subisce il medesimo trattamento con premonizioni ed incubi, quando dorme e quando insegna (in una scuola di Francoforte), vivendo da sola, poiché per eventi oscuri e sanguinari non ha mai conosciuto i genitori ed ha passato infanzia e adolescenza in asili e college. Il vecchio intanto lascia improvvisamente l'alloggio mentre in città si susseguono misteriosi omicidi. Poi egli muore, ma alla morgue un giovane medico, Franz, che alla donna ha offerto aiuto nella circostanza, scopre che il corpo del vecchio è scomparso. Frattanto Moebius Kelly ha lasciato un messaggio nella segreteria telefonica di Miriam, sollecitando la restituzione di una sua agenda. Successivamente Katryn, un'amica di Miriam, viene barbaramente uccisa dall'autista di un TIR, che dichiara smarrito di essersi sentito come invasato da istinti feroci. In un soprassalto incredibile l'amica, data per morta in sala operatoria, tenta di strangolare Miriam ivi accorsa, anche se una dottoressa (che la ragazza conosce da tempo) sembra non dare eccessiva importanza all'evento. Intanto Franz non solo trova l'agenda del vecchio, ricca di simboli misteriosi ma, passando per il pozzo e uscito all'esterno nel momento del plenilunio, scorge dai cespugli gli adepti di riti cruenti, capeggiati dalla dottoressa e dal vecchio in persona. In fuga, Franz sembra perire nel rogo dell'auto e a questo punto il dannato vecchio ricompare davanti a Miriam, dichiarando che essa non è ancora "pronta", dopo una infanzia ed una adolescenza cui "altri" hanno provveduto (e questi altri sono come la sua famiglia), essendo lei "l'eletta". Nel sotterraneo dove ora la ragazza si trova terrorizzata, emerge dal pozzo un repellente uccellaccio che la possiede; dopo di che essa precipita agli inferi, e là partorirà un bambino con grande esultanza del vecchio farneticante, che finalmente spiega alla infelice che lei è sua figlia, alla quale, dopo aver generato l'anticristo vendicatore degli angeli precipitati dal cielo nella notte dei tempi, si offre ora una vita nuova e tutta luce. Miriam respinge il vecchio e le sue prospettive, nonché il suo grande amico Damon; fa precipitare nel pozzo maledetto la perversa dottoressa loro complice e si lancia con il neonato, strappandolo dalle mani dei folli, nelle fiamme che bruciano gli alberi vicini a casa, per salvare il mondo dall'immane pericolo della tirannia del demonio. All'alba tra le ceneri, i vigili dei fuoco di Francoforte trovano ancora viva la ragazza.
SCHEDA FILM
Regia: Michele Soavi
Attori: Kelly Curtis - Miriam, Herbert Lom - Gran Vecchio, Mariangela Giordano - Katryn, Michel Hans Adatte - Franz, Tomas Arana - Damon, Angelica M. Boech - Mrs. Heinz, Roberto Corbiletto - Martin, Carla Cassola - Dottoressa Pernath, Niels Gullov - Mr. Heinz, Donald O'Brien - Jonathan, Erica Sinisi - Sara
Soggetto: Dario Argento, Gianni Romoli, Michele Soavi
Sceneggiatura: Gianni Romoli, Michele Soavi, Dario Argento
Fotografia: Raffaele Mertes
Musiche: Pino Donaggio
Montaggio: Franco Fraticelli
Scenografia: Antonello Geleng
Effetti: Rosario Prestopino
Durata: 113
Colore: C
Genere: HORROR
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: PENTA FILM, AD, SILVIO BERLUSCONI COMMUNICATIONS
Distribuzione: PENTA DISTRIBUZIONE - PENTAVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993.
CRITICA
"Non c'è logica neanche nell'assurdo, la storia fa acqua da tutte le parte, i personaggi hanno psicologie grezze, le battute che si scambiano inciampano spesso nel ridicolo, senza che niente le riscatti." (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
"Al terzo film dopo Deliria e La chiave, il regista Michele Soavi si affianca ai suoi maestri Argento e Bava grazie al clima allucinatorio in cui, facendo un parco uso del sangue cala questa storia repulsiva. Gli mancano ritmo e misura, ma sa mettere in moto l'immaginazione funesta." (Giovanni Grazzini, il Messaggero)
"Si direbbe che quel che a volte fermenta in Argento di eccessivo e di sconvolgente, sia diventato qui, nell'opera di uno dei suoi allievi, una scommessa neppur scorretta da una intenzione stilistica." (Claudio G. Fava, Rivista del Cinematografo)
"Disseminato di episodi più o meno raggelanti, 'La setta' ha scelto come suo filo conduttore la frammentazione, dovuta anche ad una sceneggiatura che sfugge riesce il perpetuarsi di un misticismo intriso di terrore in cui il ruolo svolto dai conigli rimane un pò enigmatico. (Gabriella Giannice, Il Giornale)
"Nella dichiarata modestia di un film 'vedi e getta', colpiscono la coerenza, la misura quasi sempre impeccabile dei respiri narrativi e la mancanza di volgarità. (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera)
"Soavi sa usare in modo acrobatico ma funzionale la cinepresa, disseminare il racconto di trovatine umoristiche, dirigere gli attori, sfruttare la luce e le scenografie." (Morando Morandini, Il Giorno)