LA SCOGLIERA DEL PECCATO

ITALIA 1950
Silvano, uomo d'età matura, malaticcio e misantropo, dedito all'alcool, vive solitario nella sua capanna. Un giorno riappare nell'isola Stella, giovane donna di vita dissoluta, ch'è stata la rovina di Silvano. Essa si reca da lui, tentando di sedurlo ancora; ma quando vede che il vecchio cerca soltanto di nascondere il gruzzolo, fa in modo di propinargli una dose di medicinale tanto energica da provocarne la morte. Stella resta così padrona della capanna e del gruzzolo e scesa in paese, riesce a sedurre Paolo, giovane pescatore. Costui, subendo il fascino della maliarda, trascura la fidanzata e si lascia coinvolgere nei loschi traffici d'una banda di contrabbandieri. Michele, tornato improvvisamente in paese, impone a Paolo di adempiere la promessa fatta alla di lui sorella; ma cede poi egli stesso alla seduzione di Stella, di cui diviene, a sua volta l'amante. Coinvolto nel contrabbando, Michele viene da prima arrestato, poi rilasciato dopo qualche tempo. Recatosi alla capanna di Stella, la sorprende con Paolo: tra i due uomini s'accende una rissa violenta. Stella, che cerca di favorire Michele, viene respinta e cade in mare. Sparita la maliarda, i due uomini sono costretti a stringersi la mano: nell'isola ritorna la pace.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Bianchi Montero

Attori: Margaret Genske - Stella, Delia Scala - Anna, Otello Toso - Michele, Ermanno Randi - Paolo, Leopoldo Valentini - Giovannino, Olga Solbelli - Maria, Amedeo Trilli, Virginia Balistrieri, Augusto Ciabatti - Schizzetto, Gustavo Serena, Silvia Fazi, Gino Cervi - Silvano

Soggetto: Enzo Avitabile (II)

Sceneggiatura: Fulvio Palmieri, Mario Galatrona, Roberto Bianchi Montero, Enzo Avitabile (II)

Fotografia: Carlo Nebiolo

Musiche: Alberto De Castello

Scenografia: Alfredo Montori

Durata: 93

Genere: DRAMMATICO

Produzione: INTERNATIONAL URANIA FILM (NAPOLI)

Distribuzione: URANIA - REGIONALE

NOTE
MUSICA DIRETTA DA: UGO GIACOMOZZI
CRITICA
"Le isole e le coste del Tirreno stanno andando a ruba, in questi ultimi tempi sullo schermo e Bianchi Montero si è cimentato in questa avventura con impegno e buona volontà. Piuttosto debole la sceneggiatura e molto, ma molto anemico il soggetto, al quale è stato aggiunto un dialogo da far pietà ! (...)". (F. Gabella, "Intermezzo", n. 9/10 del 31/5/1951).