Yeo-Jin è una ragazza non ancora ventenne che vive con suo padre, un poliziotto rimasto vedovo. Insieme alla sua migliore amica, Jae-Young, organizza un giro di prostituzione via internet in cui Jae-Young intrattiene gli uomini e Yeo-Jin controlla e tiene i contatti. Quando la sua amica si innamora di uno dei clienti, Yeo-Jin si infuria e le vieta di vedere l'uomo. Un giorno, mentre Jae-Young è impegnata con un cliente in un motel, per sfuggire a una retata della polizia, si butta dalla finestra della stanza e rimane gravemente ferita. Yeo-Jin decide di realizzare quello che potrebbe essere l'ultimo desiderio della sua amica: farle rivedere l'uomo che ama. Ma lui pone una condizione: Yeo-Jin deve avere un rapporto con lui e poi andrà a vedere la ragazza in fin di vita. Quando arrivano in ospedale scoprono che Jae-Young è morta. A quel punto Yeo-Jin, sconvolta, si appropria della vita dell'amica e inizia a frequentare tutti i clienti di lei, ma senza farsi pagare e restituendo loro tutti i soldi guadagnati. Venuto a conoscenza della doppia vita della figlia, il padre di Yeo-Jin si mette sulle sue tracce per punire gli uomini che la frequentano e inizia a picchiare tutti quelli con cui si è incontrata. Ma a un certo punto esagera...
SCHEDA FILM
Regia: Kim Ki-duk
Attori: Lee Uhl - Young-Gi, Kwak Ji-Min - Yeo-Jin, Seo Ming-Jung - Jae-Young, Kwon Hyun-Min - Venditore, Oh Young - Musicista, Shin Taek-Ki - Suicida, Kim Gui-Seon - Venditore, Jung In-gi - Ki-Su, Jeon Jin-Bae - Poliziotto, Yook Sae-Jin - Poliziotto, Im Gyun-Ho, Jung Yoon-Soo, Yoo Jae-Ik, Park Jung-Gi, Seo Seung-Won
Sceneggiatura: Kim Ki-duk
Fotografia: Sun Sang-Jae
Musiche: Park Ji
Montaggio: Kim Ki-duk
Scenografia: Kim Ki-duk
Costumi: Lim Seung-Hee
Altri titoli:
Samaritan Girl
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM, 1:1.85
Produzione: KIM KI-DUK FILM
Distribuzione: MIKADO (2005)
Data uscita: 2005-06-17
NOTE
- ORSO D'ORO PER LA MIGLIOR REGIA AL 54MO FESTIVAL DEL CINEMA DI BERLINO (2004).
CRITICA
"Vincitore dell'Orso d'oro per la miglior regia al Festival di Berlino edizione 2004, il film precede dunque "Ferro 3 La casa vuota", in concorso a Venezia nel settembre 2004. I temi di Kim Ki Duk ci sono tutti. Quello centrale suona in questo modo: l'essere umano aspira alla purezza e alla bellezza. Ma troppi fattori si inseriscono a sporcare questa nobile aspirazione e, per tenerla in vita, bisogna, se è il caso, fare ricorso alla violenza. La semplicità dell'assunto esplode nella forza dei sentimenti costretti a muoversi come in una giostra impazzita, a rischiare di non trovare mai pace se non nell'isolamento di un monastero sull'acqua (succedeva in "Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera") o di fronte ad un eremo di solenne ieraticità. L'autore vede il mondo attraverso la lente di un incessante conflitto Bene/Male, il cui esito non è affatto scontato. Un pessimista 'aperto', il regista coreano, in grado di costruire storie sempre forti e coinvolgenti." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 140, 2005)