Quindici anni dopo la disastrosa partita di poker della notte di Natale, Franco Mattioli viene a sapere che il suo amico Lele è gravemente malato. Decide di tornare a Bologna per andare a trovarlo e anche per cercare una donna. Ma c'è un terzo motivo, più nascosto: i fantasmi di quella notte del 1986 lo tormentano ancora e lui è in cerca della sua rivincita...
SCHEDA FILM
Regia: Pupi Avati
Attori: Diego Abatantuono - Franco Mattioli, Alessandro Haber - Lele Bagnoli, Gianni Cavina - Ugo Cavara, Carlo Delle Piane - Avvocato Antonio Santelia, Luigi Montefiori - Stefano Bertoni, Osvaldo Ruggieri - Renato Delai, Augusto Zucchi - Pietro Boscovich, Nino Fuscagni - Maurizio, Petra Khruz - Elisa Delai
Soggetto: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Musiche: Riz Ortolani
Montaggio: Amedeo Salfa
Scenografia: Simona Migliotti
Costumi: Stefania Consaga, Maria Fassari
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: CINEMASCOPE
Produzione: DUEA FILM, MEDUSA FILM, MEDUSA PRODUZIONE
Distribuzione: MEDUSA (2004)
Data uscita: 2004-01-30
NOTE
- CONSULENTE POKER: GIOVANNI BRUZZI
CRITICA
"Curioso sequel, quello che Pupi Avati dedica a uno dei suoi film migliori. Il cinema italiano solitamente riserva le seconde puntate ai film comici (dai 'Soliti ignoti' a 'L'armata Brancaleone', da 'Amici miei' a 'Trinità' e 'Febbre da cavallo'). Qui invece siamo nell'Avati più nero e se si ride si ride amaro. Basterebbe la sequenza-gioiello dell'umiliante ritorno a casa di Cavina, riconosciuto a stento da ex-moglie e figli, a dire il tono funereo della rimpatriata. Anzi si direbbe che più del gioco e della sua spietata liturgia, ad Avati stiano a cuore i personaggi, il fatale degradarsi dei caratteri e dei rapporti, il comico squallore di quelle vite buttate via. Vedi Haber, che sogna di essere sepolto al Memorial Cemetery di Hollywood 'fra John Huston e De Mille'. O il danaroso Delle Piane, che dorme dalle suore, si nutre di patate lesse e sogna amori impossibili. Mentre la fatidica sfida a poker, che rovesciando identità e destini svela ulteriori abissi di umana miseria, resta un poco macchinosa e occupa una parte forse troppo contenuta del film. 'E' lecito non vendicarsi?', chiede in apertura una citazione da Cioran. Avati non risponde ma chiude cristianamente (beffardamente?) con un presepe. Lecito o meno, si può sempre sperare. Se non nel perdono, almeno nella provvidenza". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 30 gennaio 2004)