Nel raccontare ad un'assistente sociale la propria ancora giovane vita, Adele afferma con convinzione di essere stata sempre molto sfortunata, anche nel non riuscire a dire di no agli uomini che incontrava ogni giorno. Quando, durante la notte, decide di buttarsi da un ponte, arriva un uomo che cerca di dissuaderla e poi la tira fuori dall'acqua fredda. Si chiama Gabor, fa il lanciatore di coltelli e convince Adele a seguirlo in una tournée nel sud della Francia. Dopo qualche contrattempo, gli spettacoli, grazie alla bellezza della ragazza e all'abilità dell'uomo, riscuotono notevole successo. Gabor deve tuttavia tenere a bada l'esuberanza di lei, che prosegue nei suoi incontri rapidi e occasionali. Imbarcati per un ingaggio su una nave-crociera, Adele conosce un greco in viaggio di nozze e accetta di fuggire con lui. Gabor allora fa lavorare la moglie abbandonata, che però una sera rimane ferita alla gamba. Gabor rimane solo e senza lavoro. Ad Istambul si adatta a fare l'uomo-sandwich. Ma non ha casa, non ha soldi e decide di buttarsi in mare. Allora arriva Adele a salvarlo. I due si abbracciano.
SCHEDA FILM
Regia: Patrice Leconte
Attori: Jacques Philipson - Tipo In T-Shirt, Luc Palun - Direttore Di Scena, Franck Monsigny, Pierre-François Martin-Laval - Pompiere, Catherine Lascault - Irene, Vanessa Paradis - Adele, Isabelle Petit-Jacques - La Sposa, Frederic Pfluger - Il Contorsionista, Demetre Georgalas - Takis, Mireille Mosse' - Miss Memory, Jacques Vertain - Il Clown, Didier Lemoine - Bigliettaio, Bertie Cortez - Kusak, Stéphane Metzger - Cameriere Italiano, Claude Aufaure - Suicida, Farouk Bermouga - Cameriere Del Treno, Nicolas Donato - Mr. Loyal, Giorgios Gatzios - Barker, Daniel Auteuil - Gabor, Philippe Sire - Concierge
Soggetto: Serge Frydman
Sceneggiatura: Serge Frydman
Fotografia: Jean-Marie Dreujou
Montaggio: Joëlle Hache
Scenografia: Ivan Maussion
Durata: 88
Colore: C
Genere: METAFORA
Produzione: FILMS CHRISTIAN FECHNER, UGCF, FRANCE 2 CINEMA
Distribuzione: KEY FILMS (1999)
CRITICA
"Il finale, su un ponte, come all'inizio è dubbio e anche l'avvio della vicenda, sul piano narrativo, lascia un po’ a desiderare. Quando tutto, però, si stringe attorno ai due personaggi principali, ai difficili sentimenti reciproci e, soprattutto, alla loro continua distanza, il clima è sempre molto equilibrato, il rapporto, con toni da favola, è dosato con mediata finezza e le cifre della regia, grazie anche ad un affascinante bianco e nero, giungono quasi sempre a suscitare atmosfere non a caso intenzionalmente distanti dalla cronaca dal vero". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 novembre 1999)