Una ragazza, che in memoria del padre porta il suo nome maschile, Giulio, vive a Venezia con la madre, una donna ricca, fatua, incomprensiva. Da adolescente, ha avuto un'esperienza omosessuale con la governante, Lia, che le ha anche insegnato a odiare gli uomini, da considerare esseri animaleschi, dai quali a una donna non può venire che male. Col passare degli anni la ragazza, che è riuscita a sottrarsi a quel legame morboso, si fidanza con Lorenzo, un timido studente universitario che le ha promesso fedeltà e sicurezza. Poiché però vuole provare ad avere un rapporto sessuale con un uomo, sceglie, per la sua prima esperienza, Amerigo, un giovane meccanico fidanzato con la sua cameriera ma, durante questo incontro, si accorge di essere sessualmente incapace d'amare. Passa in seguito tra le braccia di uomini sempre diversi e comprende di essere condannata a non diventare mai pienamente donna per cui, dopo aver tentato un inutile intervento chirurgico, si sfoga sanguinosamente contro l'ultimo dei suoi occasionali compagni.
SCHEDA FILM
Regia: Tonino Valerii
Attori: Silvia Dionisio - Giulio, Gianni Macchia - Franco, Anna Moffo - Lia, Esmeralda Ruspoli - Madre di Giulio, Maurizio Degli Esposti - Lorenzo, John Steiner - Luciano, Livio Barbo - Amerigo, Roberto Chevalier - Camillo, Riccardo Garrone - Il ginecologo, Umberto Raho - Prete confessore, Ivano Staccioli - Professore di filosofia, Nino Nini, Raúl Martínez, Malisa Longo
Soggetto: Milena Milani - romanzo, Tonino Valerii
Sceneggiatura: Francesco Mazzei, Mario Di Nardo, Bruno Di Geronimo, Marcello Coscia, Tonino Valerii
Fotografia: Stelvio Massi
Musiche: Riz Ortolani
Montaggio: Franco Fraticelli
Scenografia: Carlo Leva
Costumi: Giorgio Desideri
Altri titoli:
A Girl Called Jules
Model Love
Durata: 110
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: TECHNISCOPE TECHNICOLOR
Tratto da: romanzo omonimo di Milena Milani
Produzione: FRANCESCO MAZZEI PER JULIA FILM
Distribuzione: PAC - CD VIDEOSUONO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1995
CRITICA
"Un film tecnicamente accurato, anche se di puro mestiere, in cui, tuttavia, manca una reale introspezione del personaggio, un'esposizione non soltanto illustrativa del suo trauma psichico." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 70, 1971)