Olanda, 1665. La diciassettenne Griet è costretta a lasciare la famiglia, in gravi ristrettezze economiche, per andare a servizio presso la casa del pittore Johannes Vermeer. Intelligente e con una spiccata sensibilità per la luce e il colore, Griet a poco a poco conquista la fiducia del famoso pittore che lentamente comincia a utilizzarla come sua aiutante, per cui tra i due si stabilisce un forte legame. La suocera di Vermeer, Maria Thins, accortasi della benevola influenza della ragazza nella pittura del maestro, incoraggia la rischiosa collaborazione nonostante le gelosie di Catharina, moglie del pittore, e soprattutto della figlia dodicenne Cornelia, pronta a tutto pur di fare dispetti e screditare l'onore di Griet. Sola e senza la protezione di nessuno, Griet subisce le attenzioni di Pieter, un giovane macellaio, e quelle di van Ruijven, il ricco e lascivo mecenate di Vermeer...
SCHEDA FILM
Regia: Peter Webber
Attori: Scarlett Johansson - Griet, Colin Firth - Johannes Vermeer, Tom Wilkinson - Van Ruijven, Judy Parfitt - Maria Thins, Cillian Murphy - Pieter, Essie Davis - Catharina, Joanna Scanlan - Tanneke, Alakina Mann - Cornelia, Chris McHallem - Padre di Griet, Gabrielle Reidy - Madre di Griet, Anna Popplewell - Maertge, Geoff Bell - Paul, il macellaio, Sarah Drews - Figlia di Van Ruijven, Virginie Colin - Emilie Van Ruijven, John McEnery - Speziale, Anais Nepper - Lisbeth, David Morrissey - Van Leeuwenhoek, Melanie Meyfroid - Aleydis, Rollo Weeks - Frans, Robert Sibenaler - Prete, Nathan Nepper - Johannes, Gintare Parulyte - Modella, Martin Serene, Joe Reavis, Dustin James, Marc Maes, Claire Johnston, Christelle Bulckaen, Olivia Chauveau, Charlotte Carpenter, Chris Kelly, Leslie Woodhall, Lola Carpenter
Soggetto: Tracy Chevalier
Sceneggiatura: Olivia Hetreed
Fotografia: Eduardo Serra
Musiche: Alexandre Desplat
Montaggio: Kate Evans
Scenografia: Ben van Os
Costumi: Dien van Straalen
Effetti: Alain Couty, SFX Factory
Durata: 99
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo di Tracy Chevalier
Produzione: LIONS GATE INC., ARCHER STREET PRODUCTIONS, PATHE'
Distribuzione: MIKADO (2004)
Data uscita: 2004-02-20
CRITICA
"Riuscito nei momenti in cui si sofferma sulla cultura materiale e la quotidianità della vita nella provincia olandese del '600, il film di Webber non sa evitare la più ovvia delle ingenuità alle quali era, a priori, esposto: cercare di trasformare ogni inquadratura in 'un Vermeer'. Brava Scarlett Johansson, ormai abbonata agli amori impossibili con uomini più grandi ('Lost in Translation'); incolore Colin Firth nella parte del pittore." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 febbraio 2004)
"Tratto dal best-seller di Tracy Chevalier, 'La ragazza con l'orecchino di perla' ha molti meriti. E' un film su un pittore che parla di pittura. E' un ritratto dettagliato e verosimile, anche se largamente congetturale, del mondo di Vermeer. Purtroppo però l'esordiente Peter Webber viene dalla tv e non imprime la minima tensione al rapporto fra le sue immagini e quelle di Vermeer, limitandosi a illustrare la storia con la massima cura, e ci mancherebbe, per scene, foto e costumi. Tre categorie per cui il film è candidato all'Oscar, mentre la vibrante Scarlett Johansson, vergogna, è stata ignorata dai maneggioni dell'Academy." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 febbraio 2004)
"Nell'interessante studio biografico su Vermeer intitolato 'Il maestro di Delft' Anthony Bailey scrive che Henry James visitando l'Olanda trovò il paesaggio noiosamente simile ai quadri dei pittori locali. Messo di fronte alle immagini di 'La ragazza con l'orecchino di perla', oggi il romanziere americano non mancherebbe di rilevare che si rifanno in modo ossessivo ai circa 35 quadri vermeeriani rimasti. Il che spiega le tre nomination all'Oscar ricevute dal film dell'esordiente Peter Webber per l'art director, il costumista e il fotografo. Diligentissimi, per carità, ma stucchevoli al punto da far pensare mentre i personaggi si trasferiscono da un Vermeer all'altro che il pittore di cui si parla fosse soltanto bravo a copiare ciò che vedeva intorno. Il peggio è che tanto accanimento illustrativo finisce per togliere ogni senso di magica trasfigurazione quando si arriva alla citazione dei quadri veri. In realtà c'è forse qualcosa di incompatibile fra la pittura di Vermeer, trionfo dell'immobilità, e il cinema in quanto arte fondata sul movimento." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 21 febbraio 2004)