Un giovane regista sta cercando disperatamente i fondi per girare un film che, attraverso la creazione di un racconto per immagini, sia segno tangibile del suo passaggio sulla terra. Tuttavia, ogni sforzo da lui compiuto risulta vano poiché i produttori con cui entra in contatto non si dimostrano interessati al suo progetto. Delusione e rabbia gli vengono suscitate anche dal vecchio regista che si è proposto come suo mentore. Per autofinanziarsi decide infine di rapinare una banca. Con il denaro rubato realizza finalmente la sua opera, ma il calvario iniziale si ripropone quando si mette alla ricerca di un distributore...
SCHEDA FILM
Regia: Louis Nero
Attori: Faye Dunaway - Madre, Franco Nero - Mentore, Nico Rogner - Regista, Corin Redgrave - Produttore intellettuale, Giorgio Albertazzi - Produttore commerciale, Philippe Leroy - Nonno, Lou Castel - Spazzino, Arnoldo Foà - Attore, Tinto Brass - Produttore erotico, Corso Salani - Sceneggiatore, Giampiero Lisarelli - Sceneggiatore, Jun Ichikawa (II) - Donna Cics, Barbara Enrichi - Segretaria del distributore, Hal Yamanouchi - Orientale, Gregorio Napoli - Distributore, Antonella Salvucci - Segretaria, Selene Cibelli - Lucilla, Asia Cibelli - Lucilla
Soggetto: Louis Nero
Sceneggiatura: Louis Nero, Timothy Keller
Fotografia: Louis Nero
Musiche: Teho Teardo, Luis Enríquez Bacalov - canzone originale
Montaggio: Louis Nero
Durata: 104
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: L'ALTROFILM
Distribuzione: L'ALTROFILM (2008)
Data uscita: 2008-02-29
TRAILER
NOTE
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2008 PER LA MIGLIOR CANZONE ORIGINALE.
CRITICA
"Il film di Luis Nero è un atto d' accusa sul potere costituito del cinema, lobby divise per categorie, nessuna innocente. Si parla della macchina show e del business con i tentativi di un giovane regista che vuol realizzare un film indipendente e va a bussare a molte inutili porte. E mentre ciò avviene il film nasce da solo, consigliando di coltivare una certa rabbia che si potrà poi trasformare in ispirazione. In un luogo altrove, fra ospiti e carrellate, si racconta come il potere vuol omologare in fiction, finendo con la classica massima di Brecht su fondare o sfondare una banca. Brass e Albertazzi i producers, Foà che parla d'arte, nonni Dunaway-Leroy, colori assurdi squillanti e la sicurezza che Nero è un inguaribile ottimista romantico che riesce, pur protetto da cari luoghi comuni, a creare l'atmosfera di un sogno che si scontra con la vita reale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 febbraio 2008)
"Luis Nero, già detective dei linguaggi schizofrenici dell'arte, realizza con 'La rabbia' un film tanto inattuale da essere moderno, tanto narcisista da essere terapeutico, tanto furibondo da essere angelico. Dotato di un audace immaginario tra Fellini e Resnais - lo sberleffo all'industria della celluloide si svolge nei meandri di uno spettrale microcosmo labirintico - Nero ha il fegato d'arruolare pesi massimi come Franco Nero, la Dunaway, Albertazzi e Brass: se la litania del cineasta immolato alla legge dei quattrini non esce dallo stereotipo, il criptico estremismo della messinscena comunica un pathos assolutamente degno di rispetto.." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 1 marzo 2008)