Con una struttura narrativa in cui passato e presente si mescolano più volte, ci viene raccontata la storia di David, figlio dell'addetto militare all'ambasciata italiana in India e di un'antropologa. Molto dotato nel suonare il pianoforte sin dall'età di otto anni, abbandona l'India insieme al padre dopo il misterioso assassinio della madre. Superato il trauma, David in Italia si iscrive al conservatorio per prepararsi alla carriera da concertista ma un giorno decide all'improvviso di abbandonare gli studi per intraprendere una vita avventurosa. Diventa pilota e comanda una squadriglia dell'aviazione militare italiana. L'improvvisa morte del padre spinge in seguito David a lasciare anche la carriera militare per divenire pilota personale di un ricchissimo finanziere, Raimondo, che lo incarica di recarsi con la sua fidanzata Arianna in una città balcanica, per gestire le operazioni di Pradip, un geniale hacker indiano tredicenne. L'incontro con Arianna, la cui infanzia è stata segnata dal suicidio del padre, scatena nei due una reciproca attrazione ma il trauma subìto da entrambi ha congelato i loro sentimenti. Il film vuole narrare la storia del suo amore diviso tra due donne perché David subisce la seduzione anche di un'altra donna, Irina, che rappresenta la forma pagana dell'Eros.
SCHEDA FILM
Regia: Pasquale Pozzessere
Attori: Stefano Dionisi - David, Sabrina Colle - Arianna, Pilar Abella - Irina, Stefano Pesce, Barbara Lerici, Cosimo Fusco, Mario Scarpetta
Soggetto: Ugo Leonzio, Pasquale Pozzessere
Sceneggiatura: Ugo Leonzio, Pasquale Pozzessere
Fotografia: Bruno Cascio
Musiche: Mats Hedberg
Montaggio: Carlo Valerio
Costumi: Stefano Giovani
Altri titoli:
DOOR OF THE SEVEN STARS
LA PORTA DELLE SETTE STELLE
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: UGO TUCCI PER ITALGEST VIDEO (PASQUALE POZZESSERE E RENATA RANIERI)
Distribuzione: STAZIONE MARITTIMA (2005)
Data uscita: 2005-07-01
NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
CRITICA
"L'ordine narrativo ne è alterato, con il rischio che, a tratti, non si privilegi la chiarezza e il linguaggio nonostante Pozzessere abbia dimostrato di dominare felicemente tutti i ferri del suo mestiere, stenta a trovare un equilibrio, visivo e di climi, fra le tanti parti in cui l'azione si scompone. Le domina comunque con sufficiente sicurezza Stefano Dionisi, spesso presente nel cinema di Pozzessere che, per il personaggio di Davi, riesce a trovare accenti plausibili. Ma non è molto". (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 1 luglio 2005)
"Nel film diviso in cinque parti senza ordine cronologico è bella Torino luminosa, splendente nell'oscurità; è interessante il personaggio del grande manager arricchitosi con la ricerca nell'Aids e finito in galera; sono terribili certe cifre. E' bravo davvero Stefano Dionisi. E' girato molto bene il film de-strutturato e slungato che non arriva all'altezza delle proprie ambizioni". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 1 luglio 2005)