Alfredo Rossi, industriale romano residente a Milano, trasferisce illegalmente in Svizzera cento milioni. Trovata chiusa la banca, alla ricerca di un albergo incontra e segue con la sua Maserati un'avvenente motociclista, dietro la quale si inoltra sulle montagne finché l'auto resta in panne e lui è costretto a chiedere ospitalità in un castello. In qualità di imputato, partecipa ad un gioco-processo condotto da quattro magistrati in pensione. Mangiando e bevendo, e corteggiando la bella cameriera, Rossi risulta affetto da tutte le miserie e storture d'uno spregiudicato arrampicatore ed è trovato colpevole di omicidio premeditato ai danni del suo predecessore nell'azienda. Condannato a morte, brinda allegramente, poi, durante la notte, sogna di essere portato sul patibolo, mentre la misteriosa motociclista gli gira intorno vorticosamente. Al mattino, apprende con sorpresa che il giuoco era una messinscena ai danni di clienti facoltosi: paga il conto di mezzo milione e riparte. Davanti alla sua auto riappare la motociclista, dietro la quale Rossi si sfracella in un burrone. La motociclista e la cameriera erano la stessa persona, cioè la morte.
SCHEDA FILM
Regia: Ettore Scola
Attori: Alberto Sordi - Alfredo Rossi, Charles Vanel - Giudice Dutz, Pierre Brasseur - Avvocato, Michel Simon - Procuratore Zorn, Janet Agren - Simonetta, Giuseppe Maffioli - Pilet, Claude Dauphin - Cancelliere Bouisson, Dieter Ballmann, Hans Ballmann
Soggetto: Friedrich Dürrenmatt
Sceneggiatura: Sergio Amidei, Ettore Scola
Fotografia: Claudio Cirillo
Musiche: Armando Trovajoli
Montaggio: Raimondo Crociani
Scenografia: Luciano Ricceri
Altri titoli:
La plus belle soirée de ma vie
The Most Wonderful Evening of My Life
Durata: 108
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA EASTMANCOLOR
Tratto da: Dal racconto "La Panne" di Friedrich Durrenmatt
Produzione: DE LAURENTIIS - INTERMACO (ROMA) - COLUMBIA (PARIGI)
Distribuzione: CEIAD-COLUMBIA
NOTE
ULTIMO FILM DI PIERRE BRASSEUR CHE MORI' SUL SET A BRUNICO, COLPITO DA INFARTO.
CRITICA
"(...) È un film ben costruito, godibile da cima a fondo, grazie alla perizia con cui Scola raduna tutti i motivi grotteschi di Durrenmatt e le sue punte satiriche (...) li adatta al personaggio ormai classico di Alberto Sordi benpensante, ruffiano e bugiardo e li indirizza alla gran risata finale in un racconto che, salvo in qualche momento di stanca (...) saldamente lega il lungo processo nelle sale del castello, di stampo teatrale, ma infiorato di spunti deliziosi (...)".
(G. Grazzini, "Corriere della Sera, 22.12.1972)