La nobildonna e il duca

L'anglaise et le duc

FRANCIA 2001
TRAMA BREVE
Durante la rivoluzione francese una bella dama inglese Grace Elliot, fedele al sovrano, intrattiene rapporti affettuosi, ma a volte anche tempestosi, con il cugino del Re Luigi XVI, il duca di Orléans che, invece, sta dalla parte dei rivoluzionari. Il duca, divenuto il deputato "Egalité", si farà convincere dalla nobildonna a salvare un proscritto ma non a risparmiare la vita del Re.

TRAMA LUNGA
Nobildonna di antica famiglia scozzese, lady Grace Elliott è a Parigi negli anni bui della rivoluzione. Arrivata in Francia nel 1786 perché amante del principe Filippo, duca d'Orléans, all'inizio delle sommosse Grace ha ormai chiuso questa relazione ma, nonostante le loro opinioni politiche siano divergenti, i due sono rimasti legati da amicizia. Nell'agosto 1792, il giorno dell'assalto alle Tuileries da parte del popolo, Grace riesce a lasciare la città e a raggiungere la casa di campagna a Meudon. Nel settembre, dietro l'insistenza di un'amica, Grace torna a Parigi per aiutare un fuggitivo. Si tratta di Champcenetz, governatore delle Tuileries. Questi è acerrimo nemico del duca d'Orléans, Grace stessa non lo stima, eppure decide di nasconderlo a casa sua, anche a rischio della vita. Nel gennaio 1793 Grace non riesce ad impedire che il duca d'Orléans voti a favore della morte del Re. Lo scontro tra i due sembra consumato. Una riconciliazione arriva solo nel mese successivo, quando Filippo cerca invano di procurare un passaporto di uscita per Grace. Nell'aprile 1793, in seguito al tradimento del generale Dumouriez, la famiglia d'Orléans viene bandita. Ricevuta a casa la visita della guardia nazionale, Grace viene arrestata. La sua permanenza in prigione dura poco, fin quando una lettera e un intervento di Robespierre arrivano a scagionarla. Le teste continuano a cadere, ma lei sopravvive.
SCHEDA FILM

Regia: Éric Rohmer

Attori: Lucy Russell - Grace Elliott, Jean-Claude Dreyfus - Duca d'Orleans, Alain Libolt - Duca di Biron, Charlotte Véry - Pulcherie, la cuoca, Rosette - Fanchette, Léonard Cobiant - Champcenetz, François Marthouret - Dumouriez, Caroline Morin - Nanon, Héléna Dubiel - Madame Meyler, Laurent Le Doyen - Ufficiale della sezione di Miromesnil, Georges Benoît - Presidente sezione di Miromesnil, Serge Wolfsperger - Vicepresidente della sezione, Daniel Tarrare - Justin, il portiere, Marie Rivière - Madame Laurent, Michel Demierre - Chabot, Serge Renko - Vergniaud, Christian Ameri - Guadet, Eric Viellard - Osselin, François-Marie Banier - Robespierre, Jean-Louis Valéro - Musicista di strada

Soggetto: Grace Elliott - libro

Sceneggiatura: Éric Rohmer

Fotografia: Diane Baratier

Montaggio: Mary Stephen

Scenografia: Antoine Fontaine

Arredamento: Lucien Eymard

Costumi: Gilles Bodu-Lemoine, Pierre-Jean Larroque, Maritza Reitzman

Effetti: Dominique Corbin, Eric Faivre

Altri titoli:

L'anglaise & le duc

The Lady and the Duke

Durata: 125

Colore: C

Genere: STORICO

Specifiche tecniche: 35 MM, HDTV

Tratto da: ispirato al libro "Ma vie sous la révolution" di Grace Elliott

Produzione: FRANÇOISE ETCHEGARAY PER COMPAGNIE ERIC ROHMER, PATHÉ IMAGE, KC MEDIEN, FRANCE 3 CINÉMA, CANAL+

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2001-09-28

NOTE
- RICERCHE STORICHE: HERVE' GRANDSART.

- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 58. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2001).
CRITICA
"Il nocciolo di 'La nobildonna e il duca' va cercato nella fedeltà alle proprie convinzioni morali, anche ai puntigli personali, perfino in situazioni estreme; nella fedeltà a un rapporto affettivo che è scivolato nell'amicizia e che al momento della verifica, torna a imporsi in quanto amore". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 8 settembre 2001)

"Tutto è un assoluto incanto. Per la freschezza della testimonianza, per la grazia della regia, che fonde tecniche antiche e modernissime inserendo elettronicamente gli attori su fondali dipinti; per il punto di vista eccentrico e rivelatore [...]. Un capolavoro che solo i faziosi potranno piegare alla logica angusta del cui prodest". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 settembre 2001)

"Il film racconta la Rivoluzione secondo la nobildonna, non la Rivoluzione secondo Rohmer: ma al di là del punto di vista il film girato interamente in digitale è splendido, con magnifici attori e magnifiche scenografie che ricorrono per gli esterni parigini a una tela di fondo dipinta che dà distanza, richiama l'iconografia dell'epoca e il cinema muto". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 28 settembre 2001)

"Certo l'angolatura dalla quale l'ottuagenario maestro Eric Romer ha scelto di raccontare la rivoluzione francese è singolare. [...] Ma sarebbe volgare pensare a una svolta reazionaria di Rohmer, il quale ha continuato a ripetere a Venezia, dove ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera, che ama 'fare cinema e non politica'. Se è vero che la storia la scrivono i vincitori, altrettanto vero è che la storia vissuta dai perdenti è più affascinante, ambigua, artisticamente ricca. Valeva per 'La guardia bianca', magnifico romanzo d'esordio di Michail Bulgakov, il primo a parlare della rivoluzione d'ottobre dal punto di vista di una famiglia zarista, vale per quest'opera straordinaria e rivoluzionaria nello stile, almeno rispetto al cinema che circola nelle sale. Rohmer rovescia i luoghi comuni del grande cinema di ambientazione storica, usa la telecamera digitale e pochissimi movimenti, mescola pittura e teatro, s'affida a una recitazione semplice quanto intensa." (Curzio Maltese, 'D di Repubblica', 16 ottobre 2001)