Dopo la morte del padre, la vita perfetta di Margherita, una ragazza di Milano ricca e di successo, va a rotoli. Disperata, decide di ritirarsi a Pandimele, un paesino dell'Aspromonte, dove inizia una nuova vita come insegnante in una scuola elementare. Un giorno, per far esercitare in inglese i suoi alunni, propone loro di scrivere una lettera, rispondendo a una richiesta di corrispondenza scelta a caso su un giornale americano. I bambini sono entusiasti della cosa tanto da sottrarre il compito dalla cattedra e spedirlo. Il destinatario è George, un pellerossa detenuto nel carcere di Austin, in Texas, condannato alla pena capitale...
SCHEDA FILM
Regia: Luciano Cannito
Attori: Vittoria Belvedere - Margherita Guzman, Giovanni Federico - Sebastiano Polito, Dino Abbrescia - Saverio Esposito, Timothy Martin - Moses Navarra, Giorgia Pieretti - Ginestra Esposito, Raffaella Appia' - Trofimena Polito, Marco Panella - Diego Polito, Antonio Sapone - Arturo Lomurno, Salvo Arena - Autista Dell'Autobus, Marcello Perracchio - Direttore Della Scuola, Giacinto Ferro
Sceneggiatura: Massimiliano Durante, Carmelo Pennisi
Fotografia: Romano Albani
Musiche: Marco Schiavoni
Montaggio: Maurizio Gaibisso
Scenografia: Carlo Sala
Costumi: Ivan Crnojevic
Durata: 100
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: PIETRO BELPEDIO PER ZEAL
Distribuzione: MINERVA
Data uscita: 2004-01-16
NOTE
FILM REALIZZATO CON CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI.
CRITICA
"Dal Texas, che vanta un orrendo primato sul fronte delle esecuzioni capitali, un condannato a morte di etnia pellerossa intreccia una corrispondenza con gli scolari di un paesino dell'Aspromonte. (...) Noto coreografo, Luciano Cannito è convinto di aver fatto un'opera prima sincera e semplice. Quanto alla sincerità, niente da eccepire; ma lo stile è tutt'altro che semplice: un fritto misto di spot e vecchia avanguardia. Qualche notazione simpatica emerge dal gruppo dei ragazzini, mentre Vittoria Belvedere non comunica granché. Ci voleva un'attrice più carismatica, ma soprattutto ci voleva Pietro Germi." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 gennaio 2004)