Siamo nell'Alto Lazio, gli ultimi anni della seconda guerra mondiale. La famiglia Buratti, protagonista del film, vi giunge nel '43, sfollata da Roma per l'avvicinarsi della guerra. E' una famiglia borghese ma anticonformista: Vincenzo è un medico, precursore di terapie per quell'epoca esoteriche, la moglie Maria è pianista. La guerra non viene mai raccontata frontalmente: non ci sono eserciti, non si vedono divise, non ci sono scene di massa. C'è però un'eco di avvenimenti terribili e sanguinosi, il lontano fragore dei bombardamenti, l'allusione ad una guerra che i bambini percepiscono sempre più vicina ed incombente. Tutto il film è visto attraverso gli occhi innocenti e allo stesso tempo acuti dei tre piccoli protagonisti: Paolo, Giuliano e Mimmi, di cinque, sei e sette anni. Le figure dei genitori, i loro pensieri manifesti e segreti, il loro amore, lo zio partigiano, il nonno burbero ma buono, il primo giorno di scuola, la fame. Il mondo, a dispetto della guerra, si dispiega magnifico e misterioso ai loro occhi: nelle notti di luna, nel suono di un pianoforte, nei giochi con tre soldati loro amici. E poi, imporvvisi e terribili, irrompono i bagliori lontani di guerra. Nella famiglia antifascista dei Buratti, gioiosa e talvolta stravagante, la guerra porterà luna ferita profonda.
SCHEDA FILM
Regia: Paolo Bianchini
Attori: Gigio Alberti - Vincenzo, Mariella Valentini - Maria, Gastone Moschin - Nonno, Lorenzo Loris - Lo zio partigiano, Andrea Frontoni - Paolo, Roberta Nolis - Mimmi, Alessandro D'Achille - Giuliano, Emanuela Moschin, Virginia Bianco, Alessandro Partexano
Soggetto: Paolo Bianchini, Leone Colonna
Sceneggiatura: Leone Colonna, Paolo Bianchini
Fotografia: Giovanni Cavallini
Musiche: Fabrizio Siciliano
Montaggio: Antonio Siciliano
Scenografia: Emita Frigato
Arredamento: Giovanna Scapucci
Costumi: Catia Dottori
Aiuto regia: Luca Bianchini
Durata: 92
Colore: C
Genere: DRAMMATICO GUERRA
Specifiche tecniche: FELLICOLA FUJI FILM
Tratto da: UN'IDEA DI PAOLO BIANCHINI
Produzione: RAFFAELLO SARAGO' E PAOLO LANDOLFI PER GENERAL MOVIES - MEDIASET
Distribuzione: C.G.S. CINECIRCOLI GIOVANILI SOCIOCULTURALI
NOTE
- PRESENTATO AL 47.MO FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO (1997) RICEVE IL PREMIO DELLA CRITICA PER LA MIGLIORE INTERPRETE FEMMINILE.
- GLOBO D'ORO DELLA STAMPA ESTERA 1997.
- PREMIO PER IL MIGLIOR FILM ITALIANO AL 6º FESTIVAL INTERNAZIONALE "SCRITTURA E IMMAGINE" ENNIO FLAIANO DI PESCARA.
- PRIMO PREMIO AL COUNTRY FILM FESTIVAL 1997 DI NAPA VALLEY (CALIFORNIA).
- PREMIO SPECIALE DELL'UNICEF PERL 'EDUCAZIONE E LO SVILUPPO AL MED FILM FESTIVAL 1998.
- GRAND PRIX CAMERIO AL CAROUSEL FILM FESTIVAL 1998-QUÉBEC (CANADA).
- MENZIONE SPECIALE A: FESTIVAL LUCAS '97 DI FRANCOFORTE, FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI CHICAGO 1997, FESTIVAL DEL CINEMA DEL CAIRO, FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO DI VILLERUPT 1997.
CRITICA
"Bianchini è una regista di 63 anni che, con lo pseudonimo di Paul Maxwell, ha una filmografia lunga un chilometro (da "Ehi amigo sei morto di darò un posto all'inferno" al "Decameron 4" fino a "SuperAndy il fratello brutto di Superman") ma con "La grande guercia" ha voluto fare un film, intimo, d'autore, raccontando l'infanzia di tre bambini durante la seconda guerra mondiale. Prodotto in relativa povertà, "La grande quercia" è una rilettura minimalista dei temi del grande cinema neorealista. Forse comunica un'immagine fin troppo idilliaca dell'infanzia, ma ha toni sinceri. E nella direzione dei bambini si intuisce che Bianchini è stato, da giovane, assistente di De Sica. Sono gli adulti, semmai, a non convincere sempre." (L'Unità)
"La grande quercia è un film povero ma coerente con una visione delle cose che in tutta la sua durata non viene mai tradita. ... Eppure questo film, sebbene sia passato con successo di critica nello scorso febbraio al Festival di Berlino, è "invisibile" anche al più attento lettore dei quotidiani "tamburini": è semplicemente inedito, poichè non ha trovato un distributore. Triste destino quello di Paolo Bianchini, regista di tredici film di genere, ignorati da tutti i dizionari di cinema che d'improvviso si "redime" con un gesto d'autore e trova lo stesso muro di silenzio che lo aveva afflitto in precedenza." (Avvenimenti. 17 agosto 1998)