Corre l'anno 568 d.C., Kovo, capo del villaggio di Ruter, usa violenza alla sposa di Toryok, capo del villaggio di Nyssia, e la uccide, poi fugge e si unisce ai longobardi di Alboino in marcia verso l'Italia. Nella primavera del 570, Kovo ritorna a Ruter: lo accompagnano Lianora, bella fanciulla veronese, ed una schiera di longobardi. Toryok, che durante questo tempo, ha sempre pensato alla vendetta, scatena la guerra e dopo una serie di scontri sanguinosi, distrugge il villaggio di Ruter. Kovo circonda Nyssia con le sue schiere. Impressionata dalla violenza di Kovo Lianora vorrebbe lasciarlo ma egli la trattiene con la forza. Una notte Toryok penetra nelle linee nemiche e cattura Lianora. Le orde di Kovo si gettano su Nyssia, e l'attacco è respinto a fatica: la madre, il fratello e la sposa di Toryok sono tra le vittime dell'assalto nemico. Per costringere Kovo a battersi con lui a duello, Toryok minaccia di uccidere Lianora, che tiene in ostaggio: nella singolar tenzone Kovo viene ucciso. I longobardi fuggono, torna la pace: tra Lianora e Toryok fiorisce un sincero amore.
SCHEDA FILM
Regia: Guido Malatesta
Attori: Edmund Purdom - Toryok, Rossana Podestà - Leonora, Livio Lorenzon - Kovo, Daniele Vargas - Napur, Andrea Fantasia - Nogaric, Vittoria Febbi - Daritza, Amedeo Trilli - Ragon, Nicola Stefanini - Schonak, Giulio Massimini - Laszlo, Raffaella Carrà - Maritza, Luciano Marin - Donar, Ljubica Jovic - Kathrina, Simonetta Simeoni
Soggetto: Gino Mangini
Sceneggiatura: Gino Mangini, Umberto Scarpelli
Fotografia: Vincenzo Seratrice
Musiche: Gian Stellari, Guido Robuschi
Scenografia: Pier Vittorio Marchi, Alfonso Russo
Costumi: Giorgio Desideri
Altri titoli:
Toryok, la furie des Barbares
La furia de los barbaros
Fury of the Pagans
Durata: 102
Colore: C
Genere: STORICO
Specifiche tecniche: DYALISCOPE - EASTMANCOLOR
Produzione: MARIO BARTOLINI E GIULIANO SIMONETTI PER ARION
Distribuzione: REGIONALE
NOTE
- ESTERNI GIRATI IN JUGOSLAVIA CON LA COLLABORAZIONE DELLA DUBRAVA FILM DI ZAGABRIA. INTERNI ALL'INTERSTUDIO DI ROMA.
CRITICA
"(....) Le ingenuità e le banalità, le forzature narrative e le grossolanità storiche non si contano, e poichè il film, ove si eccettui qualche battaglia ben realizzata, manca anche del dovuto piglio avventuroso, è facile intuire quale sia il livello dell'opera". (Giacinto Ciaccio, "Rivista del Cinematografo", 4/5, maggio 1961).