Da quando è morta sua moglie, Michel, un professore di matematica in pensione, vive da solo, occupando le proprie giornate nella stesura di un saggio sulle credenze che plasmano la vita quotidiana. La sua vita subisce una svolta con l'incontro di Dora, una ragazza ferita e senza fissa dimora, che l'uomo decide di ospitare finché non sarà guarita. Ben presto, però, nella sua casa iniziano a manifestarsi misteriosi fenomeni.
SCHEDA FILM
Attori: Virginie Legeay - Dora, Claude Morel - Michel
Sceneggiatura: Jean-Claude Brisseau
Fotografia: David Chambille
Montaggio: María Luisa García, Julie Picouleau
Scenografia: Clémence Bry, María Luisa García
Altri titoli:
The Girl from Nowhere
Durata: 91
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: LA SORCIÈRE ROUGE
NOTE
- PARDO D'ORO AL 65MO FESTIVAL DI LOCARNO (2012).
CRITICA
"Interessante, il francese in concorso 'La fille de nulle port' di Jean-Claude Brisseau, dove si narra l'incontro tra una ragazza venuta dal nulla e un professore in pensione deluso della vita. Si tratta di una strana pellicola, a volte filosofeggiante e intellettualistica ma che in altri momenti vira all'horror, con apparizioni fantasmatiche che restano - volutamente - senza una spiegazione." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 9 agosto 2012)
"Un film sulle illusioni svanite, sul desiderio giocosamente ammiccante di vita e sui fantasmi della memoria, sulla morte; un film pieno di cinema che altro non è questo schermo bianco aperto, dell'immaginario cui il mito collettivo si lega intimamente al racconto privato? Con 'La fille de nulle part' Claude Brisseau ci conduce «dans son apartment», nel suo appartamento parigino pieno di libri e di cinema. (...)È questo lo spazio della storia il cui soggetto (...) corrisponde al set, al suo tempo, alle mura che costituiscono l'inquadratura dichiarando un atto di resistenza dell'arte e della sua libertà. (...) L'arte (...) è l'unico modo per affermare ancora questa vita, e il suo impeto di cambiamento, il terreno di una sperimentazione dove il confine tra gesto di creazione e vissuto svanisce. È la risposta che il regista trova nello sguardo limpido e diretto di Dora, il suo alter ego appunto, la giovinezza e l'ignoto, un modo di essere al mondo che è «altro», e che per questo innesta una reazione fertile del pensiero. È in questa ricerca che può essere infinita, tra i bordi della curiosità, e dell'attrazione, che si può ancora sperimentare, che è possibile la resistenza al mondo e alle sue regole, che il sogno cerca le sue forme per rinnovarsi. L'ostinazione del cinema, e forse la sua irriverenza amorosa e tenerissima, che Brisseau, quasi impudicamente mette in scena, sono commuoventi e magnifici. Hanno l'allegria di un brindisi, e la risata di una corsa sotto alla pioggia, la potenza di una carezza. Con 'La fille de nulle part', questo regista, assai «ai margini» anche del cinema francese, ci dice che non si ferma, e gioiosamente continua a sperimentare i limiti possibili della sua arte." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 9 agosto 2012)