Un giorno si chiama Giuliana, un altro Viviana, un altro ancora Alessandra. Con grande indifferenza cambia nomi, perché l'aspetto che veramente le interessa mantenere è quello della donna lupo. In questi panni, la ragazza riesce a lasciarsi alle spalle le angosce e le inibizioni del passato per dare seguito ai propri desideri. Eccola durante il giorno impegnata nella rispettabile attività di assistente sociale: fa interviste, indagini, analisi. Ma quando arriva la notte si trasforma e sceglie le prede che possono essere indifferentemente studenti universitari, professionisti affermati, soldati di leva. Non rivela mai il proprio nome agli uomini che cattura ai quali chiede solo un rapporto fisico. Soprattutto i più giovani rimangono disorientati, non sanno come comportarsi, cercano altri diversivi. A Valerio capita di innamorarsi perdutamente della misteriosa ragazza e quando lei sparisce lui la cerca con insistenza. La trova, si sfoga con lei, le rinfaccia cose inesistenti. Per un momento lei sembra arrendersi. Ma, subito dopo, Valerio viene subito liquidato. E la donna lupo va verso altre vittime.
SCHEDA FILM
Regia: Aurelio Grimaldi
Attori: Loredana Cannata - La Donna Lupo, Gianluca Cuomo, Arturo Paglia, Francesco Di Leva, Pascal Persiano, Loredana Solfizi
Soggetto: Michele Lo Foco, Aurelio Grimaldi
Sceneggiatura: Aurelio Grimaldi, Michele Lo Foco
Fotografia: Massimo Intoppa
Musiche: Maria Soldatini
Montaggio: César Meneghetti, Patrizio Marone
Scenografia: Aurelio Grimaldi
Durata: 80
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ARANCIA CINEMA
Distribuzione: LANTIA CINEMA & AUDIOVISIVI (1999)
CRITICA
" (...) Sia come sia, l'aspetto del film è quello di un porno (neppure tanto) soft ad ambizioni intellettualistiche dove Grimaldi, dopo le prove generali con "Il macellaio", non esita a esibire vagine e membri da film a luci rosse. Non è per questo che "La donna lupo" è un brutto film: però lo è, e parecchio. Ma è anche il tipo di film che contiene gli anticorpi contro i giudizi negativi. Poiché si tratta di un porno sul tema dell'emancipazione sessuale femminile, chi lo rifiuta rischia per definizione di essere tacciato di bacchettoneria, inibizioni o machismo".
(Roberto Nepoti, "la Repubblica", 29 agosto 1999)