Rapito da alcuni falsi poliziotti, il giovane Richard Werner viene condotto nella sede della Fantabulous Inc., alla periferia di Ginevra, e trasformato in un Superman, l'F. 17. Il professor Beethoven, proprietario del Fantabulous, avvia trattative per vendere il suo superuomo alle grandi potenze ma, avendo F. 17 casualmente rivisto Deborah, sua fidanzata, qualcosa si rimescola nel suo cervello, facendo saltare i congegni elettronici inseriti in esso, in modo che egli riacquista tutte le proprie normali facoltà. Mentre truppe militari convergono sulla Fantabulous per impadronirsi di lui, F 17, tornato ad essere di nuovo Richard, riesce a distruggere il cervello elettronico che guidava i suoi movimenti, così da impedire agli scienziati del professor Beethoven di creare altri mostruosi esseri disumanizzati.
SCHEDA FILM
Regia: Sergio Spina
Attori: Giancarlo Sisti, Federico Valli, Giulio Maculani, Renzo Marignano, Mickey Knox, Virginio Gazzolo, Manlio de Angelis, Aldo Bonamano - Funzionario Sovietico, Adolfo Celi - "Beethoven, Anita Cortinovis - Assistente Di Krone, Gustavo D'Arpe - Prof. Krone, Fabienne Fabre - Alice, Enzo Fiermonte - Gen. Van Pelt, Nino Fuscagni - Leonard Mcfitzroy, Richard Harrison - Richard Wernes Alias Kar Mayer, Judi West - Deborah Sands, Gislaine Barbot - Assistente Di Krone, Sandro Moretti - Un Ufficiale, Gino Turrini, Nino Vingelli - Lawrence, Giacomo Furia - O'Gilvy, Arturo Dominici - Cap. Fenninger, Silvio Bagolini - Zio Mac
Soggetto: Ottavio Jemma, Furio Colombo (II), Sergio Spina
Sceneggiatura: Ottavio Jemma, Furio Colombo (II), Sergio Spina
Fotografia: Claudio Ragona
Musiche: Alessandro Brugnolini
Montaggio: Giancarlo Cappelli
Altri titoli:
FANTABULOUS
Durata: 83
Colore: C
Genere: FANTASCIENZA
Specifiche tecniche: EASTMANCOLOR
Produzione: SUMMA CINEMATOGRAFICA (ROMA), PROCINEX (MADRID)
Distribuzione: ITALCID
NOTE
PRESENTATO AL XXXI FESTIVAL DI LOCARNO. IL FILM USCI' COL TITOLO "FANTABULOUS".
CRITICA
"Il film, che vorrebbe essere un invito a reagire alla disumanizzazione dell'uomo, manca di vero mordente, sia per la modestia della sceneggiatura e dei dialoghi, sia per il semplicismo delle idee". ("Segnalazioni Cinematografiche")