Sarah è una prostituta di lusso. Delvaux è un giudice arrivista. Jeanne è una giornalista incorruttibile. I destini di queste tre persone si incroceranno sullo sfondo di un'inchiesta della polizia relativa al presunto suicidio di una testimone chiave per un processo. Amori, passioni e tradimenti condurranno tutti i protagonisti a vivere un doloroso e drammatico epilogo.
SCHEDA FILM
Regia: Vincenzo Marano
Attori: Laurent Lucas - Martin Delvaux, Hélène de Fougerolles - Jeanne, Thierry Frémont - Grégoire, Candice Hugo - Sarah Rousseau, Anna Galiena - Zia Louise, Christine Citti - Fauconnier, Cyrielle Clair - Camille, Bernard Verley - Richard Gallager, Carole Bianic - Mélanie, Magaly Berdy - Procuratore Joasse, Elisabeth Commelin - Marie Greffière, Jacques Zabor - Padre di Camille, Nicolas Briançon - Lucas, Marc Quentin - Duval, Kevin Ceccarelli - Olivier
Soggetto: Clara Dupont-Monod - racconto
Sceneggiatura: Candice Hugo, Clara Dupont-Monod, Marc Quentin, Sergio Gobbi
Fotografia: Stefano Paradiso
Musiche: Simon Cloquet-Lafollye
Montaggio: Stéphanie Gaurier
Scenografia: Yves Fournier
Costumi: Sophie de Kerguidan
Effetti: Joël Brun, Benôit Squizzato
Altri titoli:
Destiny Ride
Durata: 97
Colore: C
Genere: THRILLER DRAMMATICO
Specifiche tecniche: SUPER 35
Tratto da: liberamente tratto dal racconto «Histoire d'une prostituée» di Clara Dupont-Monod
Produzione: LES FILMS DE L'ASTRE, FILMEXPORT GROUP, TF1 FILMS PRODUCTION, CANAL +
Distribuzione: FILMEXPORT
Data uscita: 2009-06-26
NOTE
- IL FILM ERA STATO INIZIALMENTE VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI. LA REVISIONE MINISTERIALE DEL MARZO 2010 HA ELIMINATO IL DIVIETO.
CRITICA
"Vincenzo Marano confeziona un film formattato per il piccolo schermo e interpretato (oltre che dalla nostra Anna Galiena) da un cast di attori francesi dalle belle facce e dal talento, perlopiù, trascurabile. Con un'avvertenza. Inizia con un omicidio: in realtà, volge subito al melodramma passionale: basato sull'assunto, di per sé accettabile ma poco motivato, che il personaggio di Sarah, donna di tutti, si tormenti per non essere amata da nessuno."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 giugno 2009)
"E' noto che Alfred Hitchcock per scrivere un copione con il suo collaboratore di turno ci lavorava un anno, e anche più, mettendosi ogni giorno a tavolino con la regolarità di un impiegato. Non so quanto abbiano impiegato i tre autori di 'La donna di nessuno', basandosi su un racconto di Clara Dupont-Monod, ma certo se si concedevano i tempi supplementari, il film veniva meglio. Perché il funzionamento di un congegno a sfondo poliziesco, questo l'abbiamo capito, dipende in primo luogo da come è scritta la sceneggiatura. Qui è evidente che le ambizioni risultano spropositate." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 26 giugno 2009)
"'La Donna di nessuno' mescola bene ambienti alto borghesi di una Parigi bene, tutta vetrate dall'ottantesimo piano e tendaggi da milioni di euro, con una certa audacia nella rappresentazione erotica. Risente però di una spersonalizzazione della regia e di una generica messa in scena televisiva, dove l'unico obiettivo sembra la soluzione dell'enigma e dove l'enfatizzazione dell'invadente contributo sonoro carica la suspense come il settimo cavalleggeri. Non aspettatevi la densità della serie tv 'Engrenages'. Semmai qualche scivolone alla Commissario Cordier." (Davide Turrini, 'Liberazione', 26 giugno 2009)
"Di produzione franco-italiana a prevalente componente transalpina, il thriller si avvale di una regia nostrana, quella di Vincenzo Marano, che esordisce nel lungometraggio dopo una lunga militanza parigina in forme diverse di cinema. Ma il risultato è esangue e il film non decolla anche se alcuni fra gli attori fanno del loro meglio." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 26 giugno 2009)
"La trama non sarà originalissima, ma la tenuta drammaturgia del film non è malvagia. Le scene d'atmosfera funzionano, meglio dei dialoghi, a volte un tantino didascalici. I legami con l'attualità italiana, al di là della battuta iniziale, sono probabilmente casuali, ma fa comunque impressione vedere un film che ricostruisce in Francia uno scandalo politico-sessuale simile a quello che sta squassando l'Italia; il gap appare fortissimo, sinistro, come a dire che in Francia anche le squillo e i loro 'utilizzatori finali' sono comunque assai più signorili che in Italia. E' solo un'illusione: ma che cos'è il cinema se non illusione?." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 26 giugno 2009)