Elisa è sposata con Gilles e lo ama perdutamente. Ogni giorno aspetta con ansia di vederlo tornare dall'altoforno e nel frattempo si occupa della casa e dei loro figli. Elisa aspetta un altro bambino, e sua sorella Victorine, che lavora in un grande magazzino, spesso la va a trovare, anche per darle una mano. Ma nella testa di Elisa si sta insinuando un dubbio: Gilles e Victorine potrebbero essere attratti l'uno dall'altra...
SCHEDA FILM
Regia: Frédéric Fonteyne
Attori: Emmanuelle Devos - Elisa, Clovis Cornillac - Gilles, Laura Smet - Victorine, Alice Verlinden - Gemella, Chloe' Verlinden - Gemella, Colette Emmanuelle - Madre di Elisa, Gil Lagay - Padre di Elisa
Soggetto: Madeleine Bourdouxhe
Sceneggiatura: Philippe Blasband, Marion Hänsel, Frédéric Fonteyne
Fotografia: Virginie Saint-Martin
Musiche: Vincent D'Hondt
Montaggio: Ewin Ryckaert
Scenografia: Véronique Sacrez
Costumi: Agnes Dubois, Anne Fournier, Christian Schnezler
Altri titoli:
Gille's Wife
La moglie di Gilles
Durata: 108
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)
Tratto da: romanzo omonimo di Madeleine Bourdouxhe (ed. Adelphi)
Produzione: PATRICK QUINET, CLAUDE WARINGO, CHRISTOPHE ROSSIGNON, ANDREA OCCHIPINTI, ROLF SCHMID PER SAMSA FILM, ARTEMIS PRODUCTIONS, NORD-OUEST PRODUCTIONS, LIAISON CINEMATOGRAPHIQUE, EYESCREEN, FAMA FILM
Distribuzione: LUCKY RED (2005)
Data uscita: 2005-04-15
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 61MA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA (2004) NELLA SEZIONE "ORIZZONTI"
CRITICA
"Con 'La femme de Gilles' il belga Frédéric Fonteyne, già regista del fortunato 'Une liaison pornographique - Una relazione privata', compie un percorso diverso. Prende un romanzo datato 1937 della compatriota Madeleine Bourdouxhe (1906-1996), ne rispetta l'ambientazione originaria, ma lavora sugli interstizi anziché sulle scene madri, dilata sguardi, silenzi, passaggi, momenti apparentemente vuoti; insomma escogita uno stile particolare che porta questo film in costume su terreni assai lontani dal naturalismo corrente. (...) E mentre Elisa tiene duro, difendendolo paradossalmente anche quando per poco non ammazza sua sorella di botte, la follia di tutta la situazione viene a galla per posarsi come uno smalto brillante e sinistro sui volti, sui gesti, sul prolungarsi di uno sguardo o di un silenzio. Costruendo uno spazio interiore nel quale lo spettatore scivola un po' alla volta, guidato da un'attrice magnetica come Emmanuelle Devos, la segretaria sorda di 'Sulle mie labbra', rivista proprio qui pochi giorni fa come protagonista di 'Rois et reine' di Desplechin." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 settembre 2004)
"Per banale che possa essere una storia, la qualità del film che la racconta dipende dal modo in cui lo si fa. Già autore dell'interessante e rarefatto 'Una relazione privata', Frédéeric Fonteyne lo fa bene. Rispetto all'altro film, l'approccio è assai più naturalistico. Anche i sentimenti sono più aspri, più violenti e melodrammatici: il tradimento diventa l'epicentro di una riflessione sul sacrificio d'amore, l'abnegazione, la lacerazione interiore della moglie incinta, che favorisce la relazione del marito pur di non perderlo per sempre. (...) Così 'La donna di Gilles' subisce una metamorfosi dal naturalismo al conflitto tra carne e anima. Impeccabile Emmanuelle Devos, tutta dolore rattenuto che traspare solo dallo sguardo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 15 aprile 2005)
"Fedele al romanzo di Madeleine Bourdouxhe, Fonteyne lavora su una messa in scena sobria e tesa, sfrutta abilmente la luce e le ombre di un'ambientazione proletaria rigorosa e affida l'evoluzione e l'implosione del dramma alle espressioni catturate dai primissimi piani della straordinaria Emmanuelle Devos, la Elisa sottomessa, rassegnata e priva di orgoglio. 'La donna di Gilles', presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, è un film esemplare per come utilizza il non detto, la lentezza, l'inerzia per esprimere il dramma interiore di una donna." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 23 aprile 2005)
"La bella Laura Smet, figlia di Hallyday e Nathalie Baye, fa perdere la testa, nella provincia francese anni '30, all'imbronciato proletario Gilles, un indifferente alla tragedia quasi incestuosa che si abbatte sulla sua casa. Il film ha un bel respiro affannato e intimo alla Simenon, fa tesoro di occhiate, pause e silenzi, viene dall'ottimo romanzo Adelphi di Madeleine Bourdouxhe e non fa sconti morali a nessuno. Frédéric Fonteyne, autore di 'Una relazione privata', predilige la bravissima Emmanuelle Devos, moglie che sopporta senza strepiti il tradimento e la sincera rozzezza del marito, inserendo il suo dolore nella monotonia della vita. Un racconto gentile e crudele, appoggiato al ritmo dei sensi." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 23 aprile 2005)