In apparenza non ha nulla a che vedere con la Divina Commedia. Tuttavia la contrapposizione tra il bene e il male, tra peccato e santità offre un comune denominatore con l'opera del poeta. La storia si svolge ai giorni nostri. In un manicomio alcuni pazienti si credono personaggi biblici come Adamo, Gesù, Lazzaro, Marta, Maria, altri sono convinti di essere personaggi letterari come Raskol'nikov e Sonya di "Delitto e Castigo" o Ivan e Alesa dei fratelli Karamazov. Tutto si svolge come in una parabola.
SCHEDA FILM
Regia: Manoel de Oliveira
Attori: Maria de Medeiros - Sonya, Miguel Guilherme - Raskol'Nikov, Luís Miguel Cintra - Il Profeta, Mario Viegas - Il Filosofo, Leonor Silveira - Eva, Diogo Dória - Ivan, Paulo Matos - Gesu', José Wallenstein - Alesa, Ruy Furtado - Il Direttore, Carlos Gomes - Barreto, Luís Lima Barreto - Il Fariseo, Laura Soveral - Elena Ivanovna, Júlia Buisel - Maira, Cremilde Gil - Isabel Ivanovna, Miguel Yeco - Lazzaro, Nuno Melo - Primo Infermiere, João Romao - Secondo Infermiere, Maria João Pires
Sceneggiatura: Manoel de Oliveira
Fotografia: Ivan Kozelka
Montaggio: Valérie Loiseleux, Manoel de Oliveira
Scenografia: Zé Branco
Durata: 140
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: MADRAGOA FILMES
Distribuzione: ATALANTA FILMS - CECCHI GORI HOME VIDEO (GLI ORI)
NOTE
PREMIO DELLA GIURIA ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA 1991.
COSTUMI: JASMIN DE MATOS.
CRITICA
"La divina comedia" del grande ottantatreenne portoghese Manuel De Oliveira è un affascinante film teatrale, letterario, filosofico e musicale. (Lietta Tornabuoni La Stampa)
Va bene per le allucinazioni e le ossessioni, per le questioni teologiche e gli interrogativi metafisici, per la mancanza di trama e le ironie iperintellettualistiche; ma perchè rubare il titolo ad un onesto lavoro del "conformista" Dante Alighieri? (Valerio Caprara, Il Mattino)
In qualche raro frangente la "Divina Commedia" di De Oliveira ricorda i film di Bunuel; ma Bunuel aveva compiuto una irreversibile scelta di campo, cioè sapeva quello che voleva, e aggiungerei che Oliveira è un Bunuel privo di acredine questo sì e con assai meno vigore. (Carlo Laurenzi, Il Giornale)
Ma il dibattito ideologico è verbosissimo, le questioni più dette che interpretate, e la durata del film (due ore e venti), fanno di "A divina comedia" una sfida alla concezione del cinema del comune spettatore e dei critici meno sensibili al fascino della dissertazione eticoreligiosa. (Irene Bignardi, La Repubblica)