La Casa Russia

The Russia House

USA 1990
Nei primi anni della perestroika, durante la Fiera dell'Audio a Mosca, il rappresentante inglese Nicki Landau riceve dall'affascinante Katya Orlova tre quaderni e una lettera, da consegnare segretamente all'editore inglese Barley Blair, ma, poichè, tornato a Londra, non riesce a trovarlo, consegna tutto ai Servizi Segreti Britannici, i quali vi trovano dati scientifici, che provocano l'incapacità della Russia di fare una guerra nucleare, e quindi l'inutilità della corsa agli armamenti da parte degli occidentali. Discendente da una famiglia di editori, il brizzolato Barley, sfuggito alle responsabilità della sua attività per dedicarsi al jazz, all'alcool ed a lunghi soggiorni in terra straniera, viene ritrovato a Lisbona, dove agenti inglesi della cosiddetta "Casa Russia", il cui capo è Ned, ed agenti americani, con a capo Russell, lo interrogano a lungo. L'editore dichiara di non conoscere affatto Katya, ma di aver incontrato pochi mesi prima a Peredelkino (dove c'è un villaggio di scrittori, e dove è sepolto Pasternak) un intellettuale russo, che tutti chiamavano "Dante", col quale aveva parlato della pace mondiale e del tradimento verso il proprio paese, che potrebbe essere necessario per ottenerla; e, in ultimo, Dante aveva fatto promettere a Blair che avrebbe collaborato lealmente con lui, se egli avesse trovato il coraggio di agire. Convintisi infine della sua sincerità, gli agenti segreti costringono il riluttante editore a diventare spia, e lo mandano a Mosca, dove incontra Katya, della quale s'innamora profondamente. La donna, che è divorziata e vive con due figlioletti e con l'anziano zio Matvej, gli rivela che Dante è Jakov Saveljev, un fisico geniale (da lei amato quand'era giovinetta), che ora lavora a Leningrando, dove aspetta l'editore, al quale infatti consegna il quarto e più importante quaderno, rifiutando, però, di incontrare le autorità occidentali e chiedendogli ancora di pubblicare il suo manoscritto. Dopo un burrascoso colloquio con un colonnello americano, e dopo essersi sottoposto alla prova con la "macchina della verità", Barley viene rimandato a Mosca, dove ha un incontro d'amore con Katya, insieme alla quale apprende poi che Jakov è stato scoperto e sarà ucciso. Blair, deciso a salvare Katya e la sua famiglia, tradisce il proprio paese, riferendo al servizio segreto sovietico ciò che sa, in cambio della promessa che la donna e i suoi potranno lasciare liberamente la Russia. Nei servizi segreti occidentali scoppia naturalmente un cataclisma, ma Ned comprende le motivazioni di Barley, che in seguito torna a Lisbona, dove, poco tempo dopo lo raggiunge Katya con la famiglia.
SCHEDA FILM

Regia: Fred Schepisi

Attori: Sean Connery - Barley Blair, Michelle Pfeiffer - Katya Orlova, Roy Scheider - Russell, James Fox - Ned, John Mahoney - Brady, Michael Kitchen - Clive, Klaus Maria Brandauer - Dante, Ken Russell - Walter, David Threlfall - Wicklow

Soggetto: John le Carré - romanzo

Sceneggiatura: Tom Stoppard

Fotografia: Ian Baker

Musiche: Jerry Goldsmith

Montaggio: Peter Honess

Scenografia: Richard Macdonald

Costumi: Ruth Myers

Durata: 123

Colore: C

Genere: THRILLER SPIONAGGIO

Tratto da: romanzo omonimo di John Le Carré

Produzione: FRED SCHEPISI, PAUL MASLANSKY PER PATHE' INTERTAINMENT

Distribuzione: I.I.F. (1991) - MGM HOME ENTERTAINMENT (GLI SCUDI)

CRITICA
""La casa Russia" non è il romanzo più bello dell'amato John le Carrè e il film non lo migliora, lo rende anzi più prolisso e meno comprensibile. La storia d'amore, che già nel romanzo funzionava poco, nel film è un passo falso e occupa uno spazio sproporzionato: con dialoghi meno fitti, meno lentezze e più ritmo, tutto sarebbe andato meglio. Il regista Schepisi ha però almeno due meriti: confermare come i sistemi di spionaggio siano poco cambiati, e mostrare a lungo le meravigliose architetture monumentali di Leningrado." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa')

"Il film è un manifesto teneramente ottimista di una nuova era che sembra già finita." (Irene Bignardi, 'La Repubblica')

"Ce n'è abbastanza per fare di "La casa Russia" un film di grande richiamo e di presa sicura, che esce dai confini del l'ovvietà per esprimere convinzioni, suggerire riflessioni e offrire immagini nuove." (Mirella Poggialini, 'Avvenire')

"Questa traduzione cinematografica de La casa Russia denuncia più d'una pecca. Nonostante il grande impegno produttivo nonostante la sceneggiatura firmata da un nome di prestigio e di talento come Tom Stoppard, nonostante il grande impegno di Sean Connery, il film non riesce mai a raggiungere una temperie totalmente accettabile. Paradossalmente, il film è scorrevole e innocuo, con qualche momento di noia e tutte le stigmate."