La giovane Alessandra, un'abile restauratrice, che lavora per il Ministero dei Beni Culturali, fidanzata con Fabio, che sposerà non appena egli avrà ottenuto il divorzio, viene incaricata di restaurare un importante affresco, nella bella villa dei conti Rospigliosi, in Toscana. La giovane donna si mette al lavoro con entusiasmo, mentre osserva incuriosita i proprietari e le persone che vivono accanto a loro: l'anziana contessa Bianca, appartata nelle sue stanze, è data per moribonda dalla nuora vedova, la dispotica Veronica, che vuol vendere la proprietà, e chiudere la suocera in un ospizio, e intanto immagina di ricevere da un innamorato arabo (morto in realtà da tempo) appassionate lettere d'amore; Giulio, l'unico figlio di Veronica, è un bel giovane sordomuto, che la madre non ha fatto curare, per tenerselo sempre vicino, e che vive allo stato brado. Il ragazzo, che attrae subito vivamente Alessandra, s'innamora profondamente di lei. Intanto il legale di Veronica, l'avvocato Picchi, è sempre alla villa, dove ha una tresca con la domestica Marta, mentre Maria, la giovanissima sguattera, è prossima a partorire un figlio, avuto dal fattore, che è il suo patrigno. Quando il restauro è quasi ultimato, giunge il dottor Romeo, funzionario dei Beni Culturali, il quale e stato corrotto da Veronica e da Picchi, e dichiara perciò l'affresco poco importante, sciogliendo così il vincolo che impedisce di vendere la villa. A questo punto interviene la contessa Bianca, viva ed energica, la quale, smascherato l'imbroglio, scaccia avvocato ed esperto, e riprende in mano la situazione. Poiché Alessandra dovrebbe ora andarsene, Giulio per rabbia danneggia l'affresco e, sotto il primo dipinto, ne appare un altro più bello, forse di scuola senese del '400. Alessandra inizia allora il nuovo restauro, e viene raggiunta dal fidanzato, che ha ottenuto il divorzio; però lei temporeggia, perché non lo ama più e ama invece Giulio. Partito Fabio, Alessandra e Giulio cedono al loro amore, e il giovane, felice, cambia vita, imparando perfino ad occuparsi della proprietà. Intanto nasce la bambina di Maria, Speranza (mentre il fattore si suicida) e, nel certificato di nascita, Alessandra ne attribuisce a Fabio la paternità. Quando il secondo restauro è ultimato, Bianca congeda bruscamente la restauratrice, perché il suo compito è finito in ogni senso; la ragazza parte piangendo, mentre Giulio cerca invano di inseguirla.
SCHEDA FILM
Regia: Luca Verdone
Attori: Tahnee Welch - Alessandra, Rodney Harvey - Giulio, Claudine Auger - Veronica, Massimo Bonetti - Fabio, Monica Scattini - Marta, Valeria Cavalli - Fausta, Enrico Papa - Avvocato Rodolfo Picchi, Lidia Biondi - Rosa, Giuditta Del Vecchio - Maria, Amelia Colantuoni - Jasmine, Giuseppe De Tommasi - Romeo, Giuliano Ghiselli - Fattore, Luca Rossi - Gesuino, Alida Valli - Contessa Bianca, Rossella Pravettoni, Alessandro Ferrara, Laura Landolfi, Daniela Foà, Serena Petreni
Soggetto: Filippo Ascione, Luca Verdone
Sceneggiatura: Filippo Ascione, Luca Verdone, Dacia Maraini
Fotografia: Alfio Contini
Musiche: Alessio Vlad, Claudio Capponi, Riccardo Cocciante
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Massimo Corevi
Costumi: Nicoletta Ercole
Durata: 104
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Produzione: MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER PENTA FILM, SILVIO BERLUSCONI COMMUNICATIONS, AZZURRA FILM
Distribuzione: PENTA DISTRIBUZIONE - PENTAVIDEO - CECCHI GORI HOME VIDEO (PEPITE)
NOTE
- SECONDO ALCUNI TESTI LA MUSICA E' ATTRIBUITA A RICCARDO COCCIANTE, MA NEI TITOLI DI CODA DEL FILM FIGURANO SOLTANTO VLAD E CAPPONI.
CRITICA
"Un po' troppa letteratura, con snodi narrativi ora un po' facili e scoperti, ora venati da un intellettualismo un po' libresco che non si adegua sempre a una vicenda che tende, invece, apertamente allo spettacolo di impatto diretto, più melodramma che dramma." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo')
"Gli attori sono bravi, a cominciare da Alida Valli e da Claudine Auger. I due giovani protagonisti sono Tahnee Welch e Rodney Harvey: freschi, avvenenti e anche bravini." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero')
"Concepito come un diario settecentesco rivisitato alla luce di Bergman, questo film sul silenzio non ce lo fa proprio a comunicare l'ineffabile. E lo sguardo degli attori a parte la Scattini impegnata in una vivace caratterizzazione è ben poco abitato." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa')
"'La bocca' è un classico film di transazione, e di mescolanza di generi; al discorso ideologico sulla trasmissione, conscia o inconscia, del pensiero, il regista sovrappone il mezzo delirio dei sensi. Visivamente, tramite gli immoti paesaggi senesi fotografati con grazia da Alfio Contini, e con uso narrativamente spigliato della cinepresa, il film ha una sua logica, contraddetta dalle parole, talvolta inutili o a sproposito." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della sera')
"I tipici motivi del melodramma cinematografico all'italiana formano il tessuto di 'La bocca'." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire')