Carl Bukley, un anziano ferroviere, viene licenziato a causa di un diverbio con il direttore della compagnia. Per riavere l'impiego, Carl vorrebbe che sua moglie Vicki, che lo conosce, gli chiedesse di riassumerlo. Vicki dapprima rifiuta perché sa che lei dovrebbe pagare a caro prezzo la sua richiesta poi, per compiacere suo marito, accetta. Quando Carl capisce cosa c'è stato tra Vicki e il suo capo, roso dalla gelosia, si vendica uccidendolo selvaggiamente. Jeff Warren, un collega di Carl, sospetta di lui ma, poiché è infatuato di Vicki, al processo non lo accusa. Vicki, dal canto suo, non può rivelare la verità perché Carl le ha fatto scrivere sotto minaccia una lettera che la compromette. Tuttavia la loro vita coniugale diventa ancora più difficile, Carl è sempre più geloso e sospettoso ed annega i suoi dispiaceri nell'alcool, mentre Vicki, odiandolo ogni giorno di più, cade tra le braccia di Jeff. Quello che la donna vuole è rivelare la verità al suo amante per convincerlo ad aiutarla a liberarsi del marito. Jeff è troppo onesto per farlo, ma la passione ha il sopravvento...
SCHEDA FILM
Regia: Fritz Lang
Attori: Glenn Ford - Jeff Warren, Gloria Grahame - Vicki Buckley, Broderick Crawford - Carl Buckley, Edgar Buchanan - Alec Simmons, Kathleen Case - Ellen Simmons, Peggy Maley - Jean, Diane DeLaire - Vera Simmons, Grandon Rhodes - John Owens, Dan Seymour - Duggan, il barista, John Pickard - Matt Henley, Victor Hugo Greene - Davidson, John Zaremba - Russ, Carl Lee
Soggetto: Émile Zola
Sceneggiatura: Alfred Hayes
Fotografia: Burnett Guffey
Musiche: Daniele Amfitheatrof
Montaggio: Aaron Stell
Scenografia: Robert Peterson
Costumi: Jean Louis
Altri titoli:
The Human Beast
Durata: 90
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Tratto da: romanzo "La Bête Humaine" di Emile Zola
Produzione: COLUMBIA PICTURES CORPORATION
Distribuzione: CEIAD
NOTE
- PRIMA PROIEZIONE: NEW YORK, 6 AGOSTO 1954.
CRITICA
"Il film è una libera riduzione dell'omonimo romanzo di Zola. Si tratta di un lavoro tecnicamente pregevole; ma la superficialità con cui sono trattate alcune situazioni, gli toglie ogni importanza dal punto di vista artistico. Efficace l'interpretazione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 37, 1955)